Filippine: jihadisti decapitano capo polizia di Malabang

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Di Salvatore Falco
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Duterte non esclude di estendere la legge marziale in tutto il Paese

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I fondamentalisti dell’Isil rispondono all’imposizione della legge marziale nel sud delle Filippine decapitando il capo della polizia di Malabang. La crisi è scoppiata dopo un blitz fallito dell’esercito per catturare Abu Sayyaf, considerato tra i terroristi più pericolosi del Paese. I miliziani hanno quindi chiamato i rinforzi del gruppo islamico Maute, che ha giurato fedeltà all’Isil.

Un sacerdote con 13 parrocchiani è stato preso in ostaggio nella cattedrale di Marawim, sempre nel sud del Paese, con la minaccia di ucciderli se l’esercito non interromperà l’offensiva, mentre decine di uomini armati hanno assaltato diversi edifici, tra cui un carcere e una chiesa, data alle fiamme.

Difficile capire quale sia la situazione sul campo a Marawi. I militari sostengono di averne il controllo, ma migliaia di residenti sono fuggiti. Gli scontri hanno causato almeno quattro morti tra le forze di sicurezza.

Il Presidente filippino, Rodrigo Duterte, mantiene la linea dura e non esclude che legge marziale proclamata a Mindanao possa essere estesa a tutto il Paese.

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