La grande marcia a Budapest in primis per criticare la legge che costringerebbe l'università di Soros a lasciare il Paese
Ancora una volta nell’arco di pochi mesi, l’opposizione ungherese porta in piazza decine di migliaia di persone per contestare il governo del Premier Viktor Orban. La goccia che, almeno nelle speranze dell’opposizione, potrebbe far traboccare il vaso è la legge che costringerebbe la Central European University fondata dal magnate George Soros a lasciare il Paese.
“Abbiamo avuto 40 anni di comunismo, ci sono bastati” dice uno dei manifestanti ai microfoni di euronews. “Vogliamo guardare al futuro, non capisco perchè ci vogliano riportare nel passato. Guardiamo avanti, siamo qui perchè ciascuno si rende conto di non poter cambiare le cose da solo, ma qui siamo in tanti”.
Orsolya Karafiáth, poetessa e scrittrice ungherese: “Dovremmo sempre venire a ciascuna di queste manifestazioni, indipendentemente da quanti siamo. E per fortuna aumentiamo di volta in volta. Se le persone si rendono conto che è possibile alzare la voce, allora possiamo davvero cambiare le cose”.
La manifestazione, durata più di 3 ore, si è svolta pacificamente e si è spinta fino al Parlamento. Il corrispondente di euronews Gábor Kiss: “Nelle ultime settimane il Parlamento Europeo e la Commissione Europea hanno inviato numerosi avvertimenti al governo ungherese allertando sul mancato rispetto dei valori fondanti dell’Unione. Il messaggio dei manifestanti al Premier Viktor Orban: la Central European University deve restare a Budapest, le organizzazioni della società civile devono restare in Ungheria, l’Ungheria deve restare nell’Unione Europea”.