Le banche della City di Londra al bivio della Brexit

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Di Salvatore Falco
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La City di Londra inizia a interrogarsi sul futuro delle sue banche quando sarà completata la Brexit.

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La City di Londra inizia a interrogarsi sul futuro delle sue banche quando sarà completata la Brexit.

Circa un milione di persone lavorano nei settori bancario e finanziario che rappresentano la principale voce nelle esportazioni del Regno Unito.

Un trasferimento in massa delle sedi londinesi potrebbe mettere a rischio lo status di Londra di centro finanziario leader del Vecchio Continente.

“Molte persone lavorano nella City di Londra – ricorda Jeremy Brown, portavoce della City -dove si produce un gettito enorme per le entrate fiscali del governo britannico e serve l’economia britannica così come l’economia europea”.

Alcuni colossi assicurativi stanno già aprendo sedi nell’Unione, ma l’organo di vigilanza della Bce avverte: le banche che operano nell’Eurozona non devono essere “società bancarie fittizie”.

“Londra è un centro finanziario, non solo per l’Europa e per l’Unione europea, ma per tutto il mondo – dice J.P. Leschly Neergaard, Direttore Internazionale della Danske Bank – Londra protegge, da diversi anni, un gran numero di interessi finanziari europei”.

I gruppi energetici britannici avvertono il governo: la Brexit potrebbe costare all’industria petrolifera e del gas fino a 600 milioni di euro in più, un onere che il comparto non può sopportare e che minerebbe la fragile ripresa in corso.

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