Borussia, l'allenatore: ci hanno costretti a giocare

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Una partita dei quarti di finale di Champions League da giocare meno di 24 ore dopo aver subito un attentato non può esser facile: l’allenatore del Borussia Dortmund, sconfitto per 3-2 in casa dal Mon

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Una partita dei quarti di finale di Champions League da giocare meno di 24 ore dopo aver subito un attentato non può esser facile: l’allenatore del Borussia Dortmund, sconfitto per 3-2 in casa dal Monaco, non cerca giustificazioni per la gara ma lamenta il trattamento riservato a lui e ai giocatori:

“Nessuno ci ha chiesto niente, siamo stati informati via sms che la UEFA in Svizzera avrebbe preso le decisioni del caso. Onestamente non ci siamo sentiti bene. Qualche minuto dopo l’attentato ci sembrava di essere trattati come se il nostro autobus fosse stato colpito da una banale lattina di birra, e mezz’ora dopo hanno deciso che avremmo giocato l’indomani. In quel momento non sapevamo nemmeno quanto fossero gravi le ferite di Marc Bartra e chi fosse dietro l’attacco, tutto questo ti dà una sensazione di impotenza”.

Il difensore ha poi rassicurato i compagni e i tifosi: ha subito un intervento al polso, sta bene. E non è in condizioni gravi nemmeno il poliziotto rimasto ferito.
L’attentato avrebbe potuto però avere conseguenze molto più gravi: gli ordigni, confezionati con esplosivo militare e chiodi, avrebbero potuto uccidere. Una delle punte è stata trovata conficcata in un poggiatesta.

La Cancelliera, Angela Merkel, ha reagito il giorno dopo l’attentato:
“Notiamo tutti che questo è un crimine scioccante. Il Procuratore Federale e tutte le autorità investigative fanno il possibile per chiarire al più presto le circostanze”, ha detto in conferenza stampa, dopo una breve conversazione telefonica con i dirigenti del club.

Si è poi appreso di un primo fermo, quello di un 25enne iracheno. Sul posto era stato ritrovato un foglio di rivendicazione, che indica la pista del radicalismo islamico ma dà anche adito a molti dubbi.

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