Assente la Turchia e rappresentanti di peso di alcuni dei paesi chiave del conflitto
La condanna della comunità internazionale all’attacco all’arma chimica arriva dalla Conferenza per il sostegno al futuro della Siria che proprio in questi giorni si teneva a Bruxelles. Ad esprimere lo sgomento delle 70 delegazioni, l’alta rappresentante della politica estera europea Federica Mogherini. “Non ci deve essere alcun dubbio che i responsabili delle violazioni del diritto umanitario e dei diritti umani, di chiunque si tratti, dovranno rendere conto delle loro azioni. In particolare condanniamo l’uso di armi chimiche riportato nell’attacco di ieri, ed esigiamo che tali attacchi abbiano fine e che le responsabilità siano definite attraverso i meccanismi appropriati. Una pace sostenibile ed inclusiva in Siria, per i siriani, rimane l’obiettivo di tutto il nostro lavoro comune”.
Per il ministro degli esteri britannico Boris Johnson non ci sono dubbi su chi sia il colpevole dell’attacco. L’occasione per ribadire la posizione dell’Europa sul dopoguerra: “Tutte le prove che ho visto puntano alla responsabilità del regime di Assad. Se vogliamo procedere alla ricostruzione della Siria deve esserci una transizione che escluda il regime di Assad”.
Dichiarazioni che per il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres sono importanti e indicano unità in seno alla comunità internazionale: “Questi eventi dimostrano quanto sia importante questa conferenza, quanto sia importante riunire la comunità internazionale per poter essere in grado di fare pressione sulle parti in conflitto e sui paesi che hanno un’influenza sulle parti in conflitto”.
Pressione tutta da verificare, vista l’assenza alla conferenza della Turchia e di rappresentanti di peso di diversi paesi coinvolti nel conflitto.