Presenti paesi con interessi commerciali nella regione, che racchiuderebbe il 20 per cento delle riserve mondiali di idrocarburi
Mosca parte alla conquista dell’Artico. Non con mezzi militari ma diplomatici.
È infatti la Russia, per la precisione la città di Arcangelo, a ospitare oggi il quarto Forum internazionale artico. Un appuntamento sì ricco di tavole rotonde su temi come le sfide della ricerca scientifica, lo sviluppo economico e la tutela dell’ambiente nella regione, che però può servire al Cremlino per contribuire al disgelo nelle relazioni con i vicini europei, con ricadute economiche di peso.
Presenti al Forum tutti i paesi con territori nell’Artico: oltre alla Russia, il Canada, gli Stati Uniti, e per l’Europa Islanda, Norvegia, Svezia, Finlandia e Danimarca, ma anche paesi con interessi commerciali, come la Cina o il Giappone. Perché l’Artico, con lo scioglimento dei ghiacci che ne facilita lo sfruttamento, diviene sempre più un luogo d’interesse strategico dal punto di vista commerciale, dal momento che il sottosuolo racchiuderebbe il 20 per cento delle riserve mondiali di idrocarburi. I russi vorrebbero non solo avere accesso a queste risorse, ma anche controllare il transito degli idrocarburi fra l’Atlantico e il Pacifico.