Brexit: le difficoltà dei cittadini per i nuovi diritti di residenza

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Il conto alla rovescia è dunque iniziato per la Brexit, una delle cui conseguenze sarà l’imposizione di nuovi limiti alla libera circolazione nel Regno Unito dei cittadini dei Paesi membri dell’Union

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Il conto alla rovescia è dunque iniziato per la Brexit, una delle cui conseguenze sarà l’imposizione di nuovi limiti alla libera circolazione nel Regno Unito dei cittadini dei Paesi membri dell’Unione europea.

Attualmente sono circa 3 milioni i residenti nel Regno Unito in provenienza da Paesi dell’Unione, mentre sono un milione trecentomila i britannici che risiedono nell’Unione europea.

In Germania ci sono circa 100.000 britannici. Nel quartiere berlinese di Kreuzberg si trova dal 1996 una drogheria molto British. La proprietaria teme le nuove barriere doganali, che peseranno forse sul prezzo delle sue merci. Ma soprattutto teme che divenga più complicato essere britannica in Germania, e quindi cerca di ottenere la cittadinanza tedesca.

“Sarei ben felice se potessimo ottenere quella cittadinanza perché in qualche modo salvo i miei diritti di cittadina europea. Voglio continuare a esserlo, lo trovo estremamente importante anche per i miei figli”.

Non è facile, però: Elizabeth Wood, suo marito e le loro figlie sono arrivati a Berlino 8 anni fa. Lei studia per passare l’esame di cittadinanza, il 29 aprile, per acquisire la cittadinanza tedesca. La lista d’attesa è di tre mesi.

“Ho deciso di fare quello che ero solita fare per gli esami scolastici, e ho ritrascritto tutte le 301 domande – cioè, sono a metà per ora – sulla Costituzione tedesca, perché devi avere una certa percentuale di risposte giuste per passare. Sto cercando di impararle a memoria”.

Bisogna passare un esame di tedesco, dimostrare di non dipendere dai servizi sociali e riempire molti moduli per ottenere un passaporto tedesco e mantenere così la cittadinanza europea.

Dieter Wolke abita nel Regno Unito da 28 anni. Professore universitario di psicologia, convive con una cittadina britannica e i due hanno dei figli. Anche lui si deve scontrare con la burocrazia, se vuole mantenere i propri diritti nel Paese d’adozione.

“Improvvisamente ti dicono ‘sai, in effetti sei un cittadino di seconda classe’”, argomenta, dopo aver precisato che per tutti questi anni non si è mai sentito diverso dagli altri, dai britannici. Sta pensando di rientrare in Germania, pur di non proseguire la lotta impari contro montagne di scartoffie per il suo permesso di residenza permanente.

Dal 1989 Monica Obiols risiede nel Regno Unito. È spagnola, sposata con un olandese. Hanno due figli, nati nel Regno Unito. Le scartoffie per loro sono diventate un incubo.

“I moduli sono un incubo totale, è stato molto complicato e l’avevo anche fatto, ma purtroppo non ho dato informazioni abbastanza dettagliate sui figli, così la domanda di permesso definitivo di residenza è stata respinta”.

Dal giorno dopo il referendum, le domande di residenza permanente nel Regno Unito sono cresciute del 600%, ma più di un quarto di quelle presentate negli ultimi tre mesi sono state respinte o considerate nulle.

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