Unicef, abusi e violenze ripetute sui bambini migranti. "Una tragedia umana"

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Di Debora Gandini
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Rapporto choc dell'Unicef: oltre 26mila minori, che hanno attraversato il Mediterraneo nel 2016, ha subito violenze durante il viaggio

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In fuga dal Nord Africa in cerca di una vita migliore. Una vita che invece diventa un inferno. E’ il destino di migliaia di bambini in fuga verso l’Europa. Secondo l’ultimo rapporto dell’Unicef tre quarti, dei 26mila minori non accompagnati che nel 2016 hanno attraversato il Mediterraneo, ha subito abusi e violenze da parte di contrabbandieri e trafficanti. Un incubo che, secondo l’agenzia Onu, ha il suo epicentro nei centri di detenzione e negli accampamenti libici.

Prima di arrivare in Italia c'è il mare, e prima del mare c'è tanto dolore.
“Un viaggio fatale per i bambini”: https://t.co/0ldSpBsfIKpic.twitter.com/AzdmKgAcxG

— UNICEF Italia (@UNICEF_Italia) February 28, 2017

“Il mio viaggio in Libia è stato molto pericoloso, orribile”, racconta un giovane testimone. Alcune persone sono morte su quel tragitto. Io, grazie al cielo, sono sopravvissuto. Anche se poi nel deserto mi sono ammalato. Non c’era acqua, non c’era cibo, non avevamo niente ma alla fine sono arrivato in Libia. Poi un giorno mentre andavo al lavoro sono anche stato arrestato. I soldati spesso mi molestano, a volte entrano nelle nostre camera, ci piacchiano. Ci trattano come degli schiavi.”

#ChildrenUprooted forced to flee their homes in search of safety face a deadly journey full of abuse https://t.co/5US1n3V7SZ#foreverychildpic.twitter.com/FXmfx5EdeE

— UNICEF (@UNICEF) 28 febbraio 2017

I centri di detenzione in Libia sono 34 e per la maggior parte sono gestiti dal Dipartimento per il contrasto all’immigrazione illegale. Secondo l’Unicef, tuttavia, ci sarebbero molti altri campi non registrati che sono sotto il controllo dei militari. E per molti minori oltre agli abusi sessuali si aggiunge l’incubo della prostituzione.

“Per molti di questi ragazzini l’unico modo per sopravvivere è vendere il loro corpo oppure spacciare”, fa notare Afshan Khan, Direttrice regionale dell’Unicef e coordinatore speciale per la crisi dei rifugiati e migranti in Europa. “Questo è quello che fanno per mangiare, per avere una scheda del cellulare, è l’unico collegamento con gli altri bambini; è una tragedia umana destinata a durare per altre generazioni. Perché una volta che questi piccoli finiscono sulla strada poi diventa molto difficile recuperarli.”

Secondo l’ONU una delle soluzioni potrebbe essere quella di evitare la tratta dei minori e stabilire dei percorsi legalizzati di fuga per i piccoli che scappano dalle zone di guerra.

Forced to flee home, pay a smuggler & left in debt. #ChildrenUprooted face extreme risks in their search for safety. https://t.co/5US1n3V7SZpic.twitter.com/Blb9k6Aopc

— UNICEF (@UNICEF) 28 febbraio 2017

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