Anche Cina molla la Corea del Nord. Crisi fra Pyongyang e Pechino

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Di Alberto De Filippis
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Pechino considera provocazioni nordcoreane l'omidicio del fratellastro di Kim e i nuovi test missilistici

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Mentre il regime di Pyongyang mostra i muscoli con nuovi test missilistici e l’attacco a qualsiasi risultato dell’autopsia sul corpo di Kim Jong Nam, persino Pechino, suo storico alleato, sembra aver perso la pazienza. La Cina ha deciso di sospendere fino alla fine del 2017 tutte le importazioni di carbone dalla Corea del nord. Ufficialmente per favorire l’uso di fonti di energia più pulite, in realtà sembra una spedie di rappresaglia verso il regime che sembra sempre più difficile controllare persino per Pechino.

Kim Jong Nam, fratellastro del dittaore Kim Jong Un, era stato ucciso all’aeroporto di Kuala Lumpur un Malaysia. Secondo l’accusa della polizia, una donna aveva strofinato gas nervino, “agente VX”, sul viso del fratellastro del leader di Pyongyang.

La donna, che rischia la pena di morte, aveva detto di essere stata ingaggiata per uno scherzo tv.

Questo mentre sono arrivati all’ambasciata nordcoreana di Kuala Lumpur degli ufficiali inviati dalla madrepatria per reclamare il corpo di Kim Jong Nam. Una richiesta che resterà inevasa, secondo i malesiani, fino a quando non verranno presentate prove del DNA dei richiedenti. La Malaysia vuole consegnare la salma ai familiari e non al regime.

Regime che non parla di Kim Jong Nam, ma di un più generico “cittadino nordcoreano”, i cui resti debbono essere rimpatriati.

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