Ecco i migliori candidati esteri alla "statuetta":<script id="infogram_0_oscars_foreign_language_films" title="Which countries have won the most 'Foreign Language Film' Oscars?" src="//e.infog
Altissime sono le quotazioni del regista iraniano Asghar Farhadi che ha scelto di boicottare gli Oscar come reazione al divieto di sbarco negli USA imposto da Trump a coloro che vengono da alcuni paesi musulmani. Farhadi è autore della pellicola “Il cliente” in corsa come film in lingua estera. Il cineasta è peraltro un veterano dell’Academy avendo già vinto l’Oscar nel 2012 con “Una separazione”.
“Il cliente” è quasi una rilettura della piece “Morte di di un commesso viaggiatore” di Arthur Miller.
Concorrente dell’iraniano è “Toni Erdmann” della tedesca Maren Ade. Già vincitrice di un European Film Awards, la pellicola narra del rapporto problematico fra una figlia e un padre ormai anziano che senza preavviso decide di farle visita mettendola in difficoltà col suo ambiente di lavoro.
Il film drammatico svedese “A man called Ove” è un altro potenziale concorrente agli oscar. Nel plot il cinquantanovenne Ove è un uomo sgarbato che molti anni addietro – prima di essere deposto – ricopriva il ruolo di presidente dell’associazione dei condomini. A lui però non importa nulla di essere stato estromesso dal ruolo e continua a sorvegliare con aria severa tutto il vicinato.
Concorre per la Danimarca “Land of mine – sotto la sabbia” firmato da Martin Zandvliet dove appaiono i drammatici cascami della seconda guerra mondiale con i giovanissimi prigionieri tedeschi costretti dai danesi a sminare anche a costo della vita le spiagge di Danimarca sui cui Hitler aveva fatto disseminare 2 miloni di mine.
“Tanna” è un film drammatico degli australiani Martin Butler e Bentley Dean che ripercorre una storia in stile Romeo e Giulietta ambientata in un isola del Pacifico meridionale. L’Australia è una cenerentola agli oscar e questa è la sua prima nomination dal 1996.