Conflitto siriano un nuovo tavolo diplomatico per uscire dall'impasse

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La conferenza di Ginevra è la quarta sotto egida Onu. Le precedenti non hanno avuto l'esito sperato

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A Ginevra si apre un nuovo round negoziale per arrivare a una svolta in Siria dopo quasi sei anni di conflitto e oltre 300 mila morti.

Si tratta del primo tavolo diplomatico da un anno a questa parte, tempo in cui il contesto militare e geopolitico è notevolmente cambiato.

In una conferenza stampa, L’inviato Onu per la Siria, Staffan de Mistura ha detto di non prevedere
una svolta immediata, anche se si è detto determinato a mantenere “uno slancio pro-attivo”.

Ha quindi confermato che i colloqui si concentreranno sui punti previsti dalla risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’Onu 2254.

A Ginevra riprendono i colloqui di pace tra governo e opposizione- Una speranza per la Siria https://t.co/Gz44bthENepic.twitter.com/Jh4loHSEBi

— L'Osservatore Romano (@oss_romano) February 23, 2017

In un incontro di qualche giorno fa il ministro degli Affari esteri russo, Serguei Lavrov, aveva confermato la posizione russa in favore della partecipazione di tutte le parti in conflitto per legittimare la mediazione.

In quest’ultimo anno di conflitto Mosca non solo ha conquistato il terreno militarmente ma ha acquisito vantaggi anche sul piano della mediazione diplomatica.

È sotto l’egida di Mosca che si sono tenuti a Astana, alla fine di gennaio, i negoziati per un cessate il fuoco.
I rappresentanti delle forze ribelli sedevano al tavolo diplomatico con i delegati govenativi per la prima volta, insieme a Turchia e Iran, altre potenze mediatrici. Grandi assenti Stati Uniti e Unione europea.

Nei tre incontri precedenti, iniziati con la conferenza di Ginevra I nel 2012, seguita da Ginevra II nel 2014 e GinevraIII nel febbraio dell’anno scorso, si è sempre cercato di ricomporre le diverse istanze per arrivare a un soluzione politica.
Negoziati che si sono bloccati di fronte alla sorte politica di Assad.

#Siria: Negoziati di Ginevra, qual è la situazione in Siria oggi? https://t.co/W8dDGS5D0kpic.twitter.com/uIGC7gr3uL

— ISPI (@ispionline) February 23, 2017

Con la riconquista di Aleppo, dopo 4 anni di conflitto, si può dire che la situazione sul terreno è notevolmente cambiata. La Turchia per esempio non insiste più su una soluzione che preveda la partenza del presidente Bashar al Assad.

Anche se le forze governative sono lontane dall’ aver il controllo del Paese, la loro avanzata è considerevole.
E a questo punto in molti credono che una soluzione politica non sia più necessaria.

Resta ancora poco chiara la posizione della nuova amministrazione americana. Al G20 di Bonn di gennaio il segretario di Stato Rex Tillerson aveva dichiarato che è impossibile cooperare militarmente con la Russia fino a quando questa non riconosce che non tutta l’opposizione siriana è formata da terroristi.

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