Nella sua lettera di dimissioni, Michael Flynn, ammette di aver avuto conversazioni con l'ambasciatore russo negli Usa, di aver "trattato" per agevolare l'insiediamento di Trump e di aver mentito al v
Ricopriva il ruolo di consigliere per la sicurezza nazionale, uno degli incarichi più importanti della Casa Bianca. Michael Flynn, scelto e voluto direttamente da Donald Trump, ha rassegnato le sue dimissioni.
Ha ammesso tutto, Flynn, nella sua lettera con la quale lascia l’incarico. Ha, scrive, “inavvertitamente dato informazioni imprecise” al vicepresidente Mike Pence e alla stampa sulle sue conversazioni con l’ambasciatore della Russia negli Stati Uniti, trattando con Mosca per agevolare l’insediamento di Trump.
Il presidente Trump aveva sempre ribadito la fiducia in Flynn, fin quando ha cominciato ad evitare di rispondere alla domanda diretta. E la testa di Flynn è caduta.
La prima mossa dell’amministrazione Trump è stata quella di nominare il generale in pensione, Joseph Keith Kellog, consigliere per la sicurezza nazionale ad interim. Ma è già partito il toto-nomi: per ricoprire l’incarico spuntano quelli di David Petraeus, ex direttore della Cia, che incontrerà Trump nelle prossime ore, e di Robert Harward, ex vice comandante del Central Command statunitense.