Tangentopoli in Corea del Sud, erede Samsung di nuovo di fronte ai magistrati

Tangentopoli in Corea del Sud, erede Samsung di nuovo di fronte ai magistrati
Di Salvatore Falco
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Il mese scorso, la Corte centrale distrettuale aveva respinto la richiesta d'arresto della Procura di Seul

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L’erede dell’impero Samsung torna per la seconda volta di fronte ai magistrati che lo accusano di corruzione e falso giuramento.

Lee Jae-Yong avrebbe versato l’equivalente di 35 milioni di euro a una società di Choi Soon-Si, braccio destro della presidente Park Geun-hye e rappresentante di un culto sciamanico.

Il mese scorso, la Corte centrale distrettuale aveva respinto la richiesta d’arresto della Procura di Seul.

“Credo che un’eventuale richiesta d’arresto per tutti gli altri funzionari, identificati come sospetti in relazione al caso Samsung, possa essere avanzata solo riesaminando la questione da zero”, ha precisato il portavoce dela Procura.

Lee guida la Samsung dal 2014, quando ha sostituito il padre colpito da infarto. Ed è proprio sul passaggio di consegne che si concentra l’attenzione degli inquirenti: la tangente a Choi Soon-sil avrebbe facilitato una fusione di società e, quindi, la successione familiare.

La vicenda rientra in un enorme scandalo corruzione che ha portato all’impeachment della Presidente coreana.

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