Respingere indietro i migranti in Libia: cosi l'umanità europea annega nel Mediterraneo

Respingere indietro i migranti in Libia: cosi l'umanità europea annega nel Mediterraneo
Di Euronews
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I 28 leader europei si incontrano venerdi a Malta per discutere dell'ipotesi di cooperare con la Libia nella gestione dei migranti che attraversano il Mediterraneo per chiedere asilo in Europa.

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Non capita spesso che i leader europei si incontrino lontano dal grigiume di Bruxelles. Ma seppur nella pittoresca isola di Malta, avranno poche ragioni per essere allegri. I padroni di casa sono infatti preoccupati per il previsto aumento dell’arrivo dei rifugiati e dei migranti in primavera.
La Gran Bretagna ha già un piede fuori dall’ UE e lo spettro del presidente degli Stati Uniti Donald Trump incombe minaccioso.
Le politiche di immigrazione di Trump sono state accolte con sdegno nelle capitali europee. Nel frattempo, l’Unione europea sta progettando politiche più dure da parte sua.
Malta vorrebbe arginare gli arrivi dalla Libia – e secondo alcune prime dichiarazioni, i leader avrebbero preso in considerazione di respingere indietro i migranti.
L’idea, secondo i ministri, è quella in primo luogo di scoraggiare le persone ad intraprendere dei viaggi rischiosi via mare. Un compito difficile pero’ vista l’instabilità ed i conflitti che dilaniano il Medio Oriente ed il Nord Africa
Regina Catrambone è la co-fondatrice dell’organizzazione non governativa che aiuta salvare i migranti in alto mare.
L’organizzazione sostiene la necessità di un accesso sicuro e legale in Europa.
Come lei stessa spiega “Il Mar Mediterraneo per me è sempre stato un luogo di vacanza e di relax, mentre adesso sta diventando una tomba per molte persone che fuggono da guerre e persecuzioni alla ricerca di una vita migliore. Non è solo la persona che annega in mare. Se permettiamo che la gente muoia, stiamo morendo anche noi con loro. La nostra umanità sta morendo con loro.”
Secondo le Nazioni Unite più di 1.700 persone hanno fatto domanda di asilo a Malta lo scorso anno. La maggior parte di loro proviene dalla Libia, alla Siria, dall’Eritrea e dalla Somalia.
Gli operatori che lavorano con i rifugiati sull’isola sostengono che piano dell’UE per arginare il flusso di questi migranti fallirà.
“Credo che sia ipocrita l’idea di rimandare la gente indietro in Libia. – esclama Ahmed Bugri, direttore della fondazione per l’ aiuto ed il soccorso ai migranti. – Penso che l’Europa non possa criticare Trump, che vuole costruire un muro fisico tra gli Stati Uniti ed il Messico, quando qui si tenta di costruire delle pareti strutturali per respingere i giovani africani che cercano di arrivare in Europa per chiedere asilo. La trovo molto ipocrita e fuori luogo”.
Malta è l’unico Stato membro dell’Unione Europea a redirigere i rifugiati verso gli Stati Uniti. O almeno lo era fino all’ordine esecutivo emesso da Donald Trump la scorsa settimana. Secondo l’Onu, lo scorso anno 455 migranti hanno lasciato Malta per una nuova vita al di là dell’Atlantico.
Ma per Hosam, un falegname di Damasco, il suo unico obiettivo è quello di tornare a casa. Per lui la decisione di Trump di respingere i rifugiati siriani va contro i valori americani. “L’America è il paese della libertà. – afferma – Trump, con questo passo, ha generato il caos. Ci sono dei cristiani nel nostro paese. Ci sono dei musulmani nel paese di Trump. Allora cosa dobbiamo fare ora, dobbiamo cacciare gli americani anche noi? Questa non è libertà. Va contro il principio di libertà”.
Per ora non si intravede la fine del conflitto siriano, al contrario la regione sembra essere piombata in ulteriori disordini.
Ci vorrà molto di più di un altro vertice europeo per porre fine alla crisi migratoria.

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