USA: caos al JFK, il primo iracheno rilasciato si dice "sorpreso" - giudice federale blocca le espulsioni

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Di Euronews
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Caos all’aeroporto JFK di New York, dove centinaia di manifestanti, aderendo anche agli appelli lanciati da Michael Moore ed altre star, hanno invaso la hall del terminal quattro per protestare contro

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Caos all’aeroporto JFK di New York, dove centinaia di manifestanti, aderendo anche agli appelli lanciati da Michael Moore ed altre star, hanno invaso la hall del terminal quattro per protestare contro il fermo di alcuni stranieri, provenienti dai sette paesi indicati nel decreto anti-immigrazione di Donald Trump: Siria, Iraq, Iran, Libia, Somalia, Sudan, Yemen. Prima sono stati fermati due iracheni, poi una decina d’altri casi di persone che erano già in viaggio quando entrava in vigore il nuovo ordine.

Il primo degli iracheni, rilasciato dopo tre ore e una intensa mediazione di alcune associazioni, ha commentato: “Ho aiutato il governo statunitense dall’altra parte del mondo, ma quando sono arrivato qui mi hanno detto di no. E mi hanno trattato come se avessi violato la legge o fatto qualcosa di sbagliato. Sono sorpreso, davvero”.

Hameed Khalid Darweesh, 53 anni, è stato interprete per l’esercito statunitense in Iraq. E si era imbarcato per gli Stati Uniti munito di un visto speciale.
Nel frattempo si è saputo che sono oltre trecento le persone bloccate in vari aeroporti degli States in condizioni simili, oltre a quelle ferme nelle varie città del mondo in cui avevano fatto scalo.

Il decreto di Donald Trump è retroattivo, e vale anche per chi ha doppio passaporto, per il personale di bordo degli aerei, e forse persino per chi ha stabilmente residenza negli Stati Uniti. Su questo punto c‘è al momento molta confusione.
Una giudice federale di Brooklin ora ha bloccato le espulsioni, in attesa di ulteriori decisioni sulla costituzionalità del provvedimento. La stessa decisione è stata adottata da un’altra giudice in Virginia.

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