Trump snobba l'Europa

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Di Euronews
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I padri fondatori del progetto europeo, di cui a marzo si festeggeranno i 60 anni, si staranno rivoltando nella tomba: il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump vorrebbe che l’Unione europea…

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I padri fondatori del progetto europeo, di cui a marzo si festeggeranno i 60 anni, si staranno rivoltando nella tomba: il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump vorrebbe che l’Unione europea scomparisse.
Benvenuti su State of the Union.
Dalla fine della seconda guerra mondiale, gli Stati Uniti hanno favorito l’integrazione europea. Per esempio attraverso il Piano Marshall, che ha fatto arrivare milioni di dollari in Europa con cui li Stati sono riusciti a rimettersi in sesto.
Ma Donald Trump si è detto indifferente all’ unità europea, peggio ancora ostile. In un’intervista con il quotidiano britannico Daily Times e a quello tedesco Bild, il presidente degli Stati Uniti ha definito la Brexit un grande esempio per altri paesi, affermando che l’Unione europea non durerà molto.
Uno cambiamento strategico che costringe l’Unione a reinventarsi per non affondare. Tra preoccupazione e appello all’unità, ecco le reazioni degli eurodeputati.

Finalmente un po’ di chiarezza si sono detti a Bruxelles: Theresa May ha scelto una Brexit dura: abbandono del mercato unico, stop alla libera circolazione delle persone, e la negoziazione di un accordo di libero scambio con quelli che ha definito i suoi “amici europei”. Ecco alcuni estratti del suo discorso.

I negoziati sulla Brexit non sono ancora iniziati, ma la tensione già sale. Il ministro degli esteri britannico Boris Johnson ha messo la Francia in guardia contro qualsiasi minaccia di punizione verso il Regno Unito: “Se il Sign. Holland vuole infliggere una punizione a chi cerca di andarsene, come fossimo in un film sulla seconda guerra mondiale, faccia come vuole. Io credo che non sia questo il modo giusto per andare avanti”.
Risposta da Parigi: “nessuna punizione, ma non ci sarà un’ Europa a la carte”.

Ci sono voluti 4 turni per eleggere il nuovo Presidente del Parlamento europeo, l’italiano Antonio Tajani. Il candidato del Partito popolare europeo ha dovuto trovare supporto al di là del suo gruppo, in particolare tra gli euroscettici britannici. Se queste alleanze si sono rivelate fruttuose durante elezioni, potranno diventare problematiche in futuro.

Il suo connazionale ed avversario Gianni Pittella è il personaggio in discesa della settimana: il socialdemocratico ha perso la sua scommessa e non è riuscito ad attrarre nè l’ala sinistra che quei liberali che aveva sollecitato.
Al contrario, l’euroscettico britannico Syed Kamall è riuscito a fare del suo gruppo l’ago della bilancia: è grazie alla voce dei Conservatori e Riformisti europei che Antonio Tajani è stato finalmente eletto.
Nella nostra agenda: il governo britannico saprà martedì se potrà fare a meno oppure no del voto del Parlamento prima di avviare i negoziati di divorzio con l’Unione europea.
Sono previste varie riunioni ministeriali a Bruxelles ma anche a Malta e in Portogallo, dove sabato si svolgerà la seconda edizione del vertice dei paesi dell’Europa meridionale che riunisce Francia, Italia, Spagna, Grecia, Cipro e Malta quattro mesi dopo il loro appello, lanciato ad Atene, per sostenere la crescita nell’Unione.

Buona settimana a tutti

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