Obama-Trump: il cambiamento di stile e tono alla Casa Bianca

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Nella sua prima conferenza stampa, il miliardario non viene meno a se stesso ma a Washington dovrà fare concessioni per fare squadra

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Promette di creare posti di lavoro come nessun altro presidente, lascia la gestione dei suoi affari ai figli, bolla come fasulle le notizie a sfondo sessuale diffuse sul suo conto e attacca la stampa non concedendo il microfono al giornalista di un importante network accusato di diffondere notizie false.

Nella sua prima conferenza stampa Donald Trump non ha sorpreso.

“C‘è il clima giusto, c‘è uno spirito che in molti mi hanno detto non aver visto mai prima d’ora. : Sarò il più grande creatore di posti di lavoro che Dio abbia mai messo sulla terra”.

Sui propri affari:

“Potrei gestire i miei affari da presidente, ma non voglio farlo, sarei capace, sarei l’unico capace di falro. La cosa che farò invece è incaricare i miei due figli di farlo per me”.

Sul muro al confine con il Messico:

“Costruiremo il muro lungo il confine con il Messico, non aspetterò un anno e mezzo, inizieremo subito la costruzione; il Messico ci rimborserà, vedremo sotto quale forma, ci sono vari modi per rimborsare una spesa, e il Messico rimborserà la spesa sostenuta per il muro”.

Su Putin:

“A Putin piace Donald Trump? Questo è un bene, non una vergogna. Ora non so se andrò d’accordo con Vladimir Putin. Me lo auguro, anche se non ci spero troppo. Se così fosse, credete che Hillary sarebbe stata più tosta di me con Putin? Qualcuno lo crede veramente?
Ma lasciatemi in pace…”.

Sulle notizie sulla sua vita privata:

“ È una disgrazia, vergognoso che quelle informazioni siano state divulgate.
Ho letto e visto l’informativa, si tratta di notizie false, sono stati i nostri oppositori che hanno messo su tanto fango”.

Eppoi l’attacco diretto a alcuni giornalisti e alla BBC, definita: un altro gioiello.

Catherine Hardy, euronews:

Niente di meglio per illustrare il cambiamento in corso alla Casa Bianca che mettere a confronto i discorsi di Barack Obama e Donald Trump.

In collegamento da Washington il nostro corrispondente Stefan Grobe.

Stefan abbiamo assistito a un discorso che rimarrà nella storia del presidente Obama e qualche ora dopo a una messa in scena teatrale da parte dell’uomo che lo sostituirà. A Washington tutto è cambiato nelle ultime 24 ore?

Stefan Grobe, euronews:

“Il pendolo politico americano è sempre in movimento, ……per questo motivo è raro avere lo stesso partito alla Casa Bianca per tre mandati presidenziali consecutivi, la sola cosa che non cambia è Washington DC.

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Ci sono i funzionari, i burocrati, i legislatori, lobbisti.

Che non si spostano; Trump ha bisogno di loro, perché sia lui che il suo team hanno poca esperienza. E da soli non vanno da nessuna parte.

Governare gli Stati Uniti è un lavoro di squadra e Trump deve avere l’appoggio del Congresso per realizzare i punti della propria agenda.
È facile criticare e cancellare le leggi, più difficile sostituirle con qualcosa di nuovo.
Washington non cambierà in una notte, la domanda è quanto Washington riuscirà a cambiare Donald Trump e la sua squadra”.

-Gli Stati Uniti d’America, e non solo, devono, e se sì quanto, preoccuparsi del fatto che il comandante in capo abbia rotto i rapporti con la propria intelligence?

“Assolutamente sì; non si tratta solo del fatto che Trump abbia rotto i rapporti con l’intelligence, ma anche con i diplomatici, con gran parte dell’establishment e con la stampa.
Trump ha obbligato tutti gli ambasciatori a dimettersi entro il 20 gennaio, se un ambasciatore è sostituito, resta al suo posto fino all’arrivo del suo successore, Trump non ha voluto questo. Ci troviamo in una sorta di terra di mezzo in questo momento.

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-L’establishment di Washington potrebbe essersi allarmato dopo le dichiarazioni di Trump nella sua prima conferenza stampa, quale è stata la percezione pubblica? È cambiato qualcosa nel suo elettorato?

“Assolutamente no. L’elezione di Trump è una scelta che va contro l’establishment.
E chi ha votato per lui, in modo particolare negli stati del mid-west che normalmente votano per il partito democratico, non si interessa.
Ricordiamo che il voto popolare ha premiato Hillary Clinton che ha ottenuto il 48% dei suffragi contro il 46 di Trump.

Quanto durerà questa luna di miele? Dipenderà dal gradimento dei provvedimenti di Trump”

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