Italia: arrestati due fratelli per cyberspionaggio di politici, imprenditori e istituzioni

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Cyberspionaggio ai danni di politici, esponenti del mondo finanziario, imprenditori e istituzioni è in Italia: a compierlo, almeno dal 2010, i fratelli Giulio e Francesca Occhionero, noti nel mondo de

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Cyberspionaggio ai danni di politici, esponenti del mondo finanziario, imprenditori e istituzioni è in Italia: a compierlo, almeno dal 2010, i fratelli Giulio e Francesca Occhionero, noti nel mondo della finanza romana, lui ingegnere nucleare e massone, lei dottoressa in chimica con ruoli di dirigente in diverse società fra le quali la Westlands Securities fondata dal fratello.

Notizie riservate e dati sensibili acquisiti grazie a un malware e custoditi in server negli Stati Uniti.

“L’ipotesi è che nel caso di personaggi della politica, dell’imprenditoria, lui utilizzasse quest’attività di dossieraggio per il potere che scaturiva dal possesso delle informazioni stesse”, afferma Roberto Di Legami, direttore della polizia postale. “Invece per quanto riguarda i soggetti gravitanti nel mondo della finanza è che attraverso la sua società di intermediazione finanziaria potesse portare al termine con successo operazioni di quel tipo”.

Spiavano Renzi, Monti e Draghi, arrestati due fratelli dell'alta finanza – https://t.co/Ys64iE9iDP

— Agenzia ANSA (@Agenzia_Ansa) 10 gennaio 2017

I due avevano catalogato oltre 18.000 username fra i quali quelli del presidente della Bce Mario Draghi e degli ex premier Mario Monti e Matteo Renzi.

Gli inquirenti si chiedono se i fratelli Occhionero abbiano operato per conto di qualcuno, se facciano parte di una rete più ampia. Nel corso delle indagini sono stati individuati quattro indirizzi mail emersi già nell’inchiesta sulla P4.

Fra i circa 100 dispositivi infettati quelli di due collaboratori del cardinale Ravasi, presidente del pontificio consiglio della cultura.

Stefano Bisi: “Ho sospeso il fratello Occhionero”. Intervista a #GranMaestroGrandeOrienteit</a> <a href="https://t.co/h7iIDgD3Sh">https://t.co/h7iIDgD3Sh</a> via <a href="https://twitter.com/HuffPostItalia">HuffPostItalia

— Ufficio Stampa Goi (@GoiStampa) 10 gennaio 2017

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