I profughi della rotta balcanica nella morsa del freddo, tre morti

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Migliaia di migranti nelle isole greche in rifugi non riscaldati

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Il sogno di raggiungere un Paese del Nord Europa interrotto a metà strada, la vita in sistemazioni di fortuna e, per di più, anche il freddo polare di questi giorni.

È critica la situazione dei rifugiati nei Balcani mentre le temperature scendono sottozero: -20° a Belgrado, -15° a Sofia; proprio in Bulgaria due iracheni sono morti di freddo in un campo al confine con la Turchia. Stessa sorte per un afgano morto in Grecia martedì, sempre vicino alla frontiera turca.

L’apprensione per i rifugiati sistemati nelle isole dell’Egeo è tanta: “Siamo preoccupati. La situazione nelle isole di Samos, Chios e Lesvos è particolarmente difficile. A Samos circa 700 persone, compresi bambini e altri soggetti fragili, sono in tende non riscaldate in un centro di accoglienza”- ha detto il portavoce dell’UNHCR, l’agenzia per i rifugiati delle Nazioni Unite, Adrian Edwards.

Grecia, a Lesbo e Chio campi #profughi sotto la #neve. Le drammatiche foto → https://t.co/aYF2N9n9ZPpic.twitter.com/hNBzeBOWXa

— Rainews (@RaiNews) 7 gennaio 2017

L’appello è per le autorità greche: che portino il prima possibile i rifugiati dalle isole sul continente. Ma la chiamata è anche per tutti gli altri Paesi europei che non rispettano gli accordi sul ricollocamento. Avrebbero dovuto accogliere ben 66.400 migranti, invece solo 7760 hanno lasciato la Grecia. Paese che dal 2015 ha assistito un milione di profughi.

Clicca qui per leggere l’appello dell’UNHCR

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