Portata via da un tumore muore la direttrice di Vogue Italia, era la signora della moda. Aveva scoperto gente come Bruce Weber o Gianni Versace
Ha vissuto in un mondo glamour, sempre sulle prime pagine dei giornali, ma non ha voluto dire a nessuno che era malata. È andata via nella massima discrezione circondata dall’affetto dei suoi cari.
Dopo il diploma al liceo classico Virgilio nella sua città, Mantova, Franca Sozzani si laurea a Milano, alla Cattolica, in lettere e filosofia. Si sposa e dopo tre mesi di separa. A 25 anni scopre la grande passione per la moda, e che una semplice passione avrebbe potuto diventare un lavoro. Amata e detestata, sempre rispettata, Franca Sozzani era considerata a ragione la Anna Wintour della moda italiana. Così come la Wintour, caporedatrice di Vogue Usa, anche la Sozzani era capace di fare e disfare carriere come direttrice di Vogue Italia, una rivista magari non stravenduta nelle edicole, ma che rappresentava e rappresenta una vera e propria bibbia del gusto.
Nel 1980 è già a dirigere un femminile vero Lei e nel 1983 le affidano la versione maschile. Nell’88 sbarca a Vogue Italia e per la sua audacia più di una volta il direttore di Condé Nast International Jonathan Newhouse minaccia di licenziarla perché le sue impertinenze, cioè foto e messaggi, sono troppo forti agli occhi di troppi pubblicitari perbenisti. Il numero di luglio 2008 esce tutto con servizi con protagoniste solo modelle di colore e con articoli contro il razzismo. Poi dedica un intero numero contro la chirurgia estetica, celebra le donne curvy e critica le violenze domestiche.
Questo le vale, nel 2014, la nomina come ambasciatrice Onu per il programma alimentare. Ma la Sozzani si dimostra soprattutto un’incredibile scopritrice di talenti: da Gianni Versace a Giorgio Armani da Bruce Weber a Peter Lindbergh a Steven Meisel. E la consapevolezza che i giovani vanno aiutati, per esempio con i premi e i concorsi (Who’s Next).