La kermesse è alla sedicesima edizione. La giuria sceglie tra 14 film da tutto il mondo
La pioggia battente non ha smorzato l’entusiasmo della folla riunita a Marrakech per l’apertura della sedicesima edizione del festival internazionale del cinema.
La giuria, presieduta dal leggendario regista ungherese Bela Tarr, dovrà scegliere i vincitori tra quattordici film da tutto il mondo: Asia, Sud America, Africa ed Europa.
Una ricca selezione che riflette la prospettiva globale del festival, come dice l’attore inglese Jason Isaacs :“Penso che ogni volta che si celebra un film, certo un film che non sia di supereroi e che non abbia un budget pubblicitario milionario, è importante dargli un profilo tale che tutti poi ci ricordiamo di guardare e imparare come altre persone vivono, pensano e sentono in altre parti del mondo; perché questo mondo, oggi, è sempre più frammentato”.
Il film della regista americana Jessica Woodworth, King of the Belgians, è stato uno dei primi ad essere proiettato nella competizione ufficiale.
La regista, Woodworth: “Si tratta di un festival che propone una serie di film impegnati, coinvolgenti e politicamente impegnati e ne abbiamo bisogno. Viviamo in tempi di crisi ed è assolutamente necessario che il pubblico si confronti con pellicole così”.
King of the Belgians è un mockumentary su un re del Belgio bloccato in Turchia durante la secessione della Vallonia e che dovrà attraversare i Balcani per tornare a casa.
Il festival del cinema di Marrakech non è solo una possibilità di scoprire nuovi ed emozionanti perle cinematografiche da tutto il mondo, è anche l’occasione per rendere omaggio ad alcune delle grandi figure del mondo del cinema. Tra di loro, quest’anno, c‘è il regista giapponese Shinya Tsukamoto La sua ultima prova è come attore nell’ultima pellicola di Martin Scorsese Silenzio.
Tsukamoto: “Recitare per Scorsese è stato come un sogno divenuto realtà.
Ciò che mi colpisce di più è il rispetto che Scorsese ha per i suoi attori. Ha una grande capacità di ascoltarli, di prendere le loro proposte e di integrarle nei suoi film. Il risultato è una pellicola al 100 per cento di Scorsese ma che tuttavia prende ispirazione da contributi altrui. Io trovo che questo sia davvero ammirevole”.
Un omaggio speciale quest’anno è stato dedicato al defunto maestro iraniano Abbas Kiarostami, scomparso nel mese di luglio.
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