Egitto-FMI: "Occorre cambiare il sistema senza affamare la popolazione"

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Di Euronews
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Può rappresentare un‘àncora di salvataggio per un’economia al collasso o un fattore di ulteriore impoverimento della popolazione, la linea di credito del Fondo Monetario Internazionale per…

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Può rappresentare un‘àncora di salvataggio per un’economia al collasso o un fattore di ulteriore impoverimento della popolazione, la linea di credito del Fondo Monetario Internazionale per l’Egitto.

Il Cairo ha ricevuto i primi due miliardi e mezzo di euro dei circa 11 complessivi che saranno distribuiti nel corso di tre anni, in cambio di riforme volte, in particolare, a ridurre l’enorme debito pubblico. Il nostro corrispondente al Cairo ne discute con un esperto di mercati emergenti.

Mohammed Shaikibrahim, euronews: “Alla luce dello stato attuale dell’economia egiziana, il prestito dell’FMI è l’ultima soluzione per l’Egitto?”

Richard Banks, consulente editoriale presso Euromoney per la regione Medio Oriente-Nordafrica: “Il pacchetto dell’FMI porterà con sé ovviamente altri fondi multilaterali e bilaterali, fornirà un quadro concordato sulla direzione delle politiche pubbliche. Ed è anche importante perché può cambiare la percezione che gli investitori internazionali hanno dell’Egitto”.

Dietro pressione dell’FMI, l’Egitto ha liberalizzato il tasso di cambio della lira, con un conseguente dimezzamento del suo valore rispetto al dollaro, e ha introdotto l’IVA che, sebbene non sia applicata su beni di prima necessità, rischia di far aumentare il costo della vita in un Paese dove un terzo della popolazione è povero.

euronews: “Crede che l’economia egiziana sarà in grado di sostenere le condizioni imposte dall’FMI?”

Banks: “L’Egitto ha profondi problemi strutturali, l’intero sistema dei sussidi non è adeguato a quello che è preposto a fare. Sovvenziona i prodotti e non le persone. Invece si deve dar denaro ai poveri, si deve garantire ai poveri un livello minimo di vita, istruzione e assistenza sanitaria. Non si devono sovvenzionare la benzina o il pane, ma le persone”.

L’Egitto ha anche ridotto le sovvenzioni che mantenevano bassi i prezzi della benzina e così questi ultimi sono quasi raddoppiati. Sono schizzati anche i prezzi dei beni importati, per la carenza di valute estere. La popolarità del presidente al-Sisi è in calo e la popolazione ha già tentato di manifestare venerdì scorso contro l’aumento del costo della vita.

euronews: “Potrebbero esserci altre proteste degli egiziani?”

Banks: “Ha indicato esattamente qual è il problema. Quanto possono ancora patire gli egiziani? Il problema è che la gente è stanca di pagare prezzi che non sono giusti. Il valore di quello che compri in Egitto con la lira egiziana non costa una lira egiziana, ma due. Occorre cambiare il sistema. Credo che chiunque lo capisca. La sfida è come farlo senza affamare la popolazione, come gestire il cambiamento. Il rischio è che – se il cambiamento non viene realizzato correttamente – avvenga un’altra rivoluzione. Si potrebbe avere una rivoluzione ogni pomeriggio, ma questo non risolverà il problema”.

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