Bataclan, il trauma infinito dei superstiti

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Un anno dopo, nelle parole dei superstiti del Bataclan resta la stessa angoscia.

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Un anno dopo, nelle parole dei superstiti del Bataclan resta la stessa angoscia.

“Ho visto del sangue, e gente senza vita intorno a me. Mi sono detto: ok, il prossimo sarò io. Ho avuto questa reazione, non riuscivo a capire, non potevo spiegarmelo. Non ero io ad agire, ero guidato dalle emozioni, e il mio cervello mi ha fatto alzare e scappare via verso una porta aperta che sembrava vicina, cercando di fare il possibile”.

Gli attentati del 13 novembre hanno sconvolto il paese, e segnato per sempre le vittime.

“Non so se potrò mai lasciarmi alle spalle quello che è successo, credo che mi abbia cambiato per sempre. Spero di non continuare a sentirmi una vittima, ma so che sarà difficile uscirne. Perché è qualcosa che non si può ignorare, o mettere di lato. Ora ho scoperto l’ansia, la depressione e altre cose del genere. Non posso certo dire di essere la stessa persona di prima del 13 novembre. Questo non è possibile, e non so se passerà mai”.

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