Bambini costretti a uccidere dei prigionieri e fosse comuni. Le Nazioni Unite: "Forse in preparazione anche armi chimiche"
Le Nazioni Unite denunciano un’escalation di violenze da parte dell’ISIL nella battaglia per Mosul e corrono ai ripari, potenziando le capacità d’accoglienza dei campi profughi della regione.
Latest @UNHCRIraq#Mosul update 10 November #MosulAidpic.twitter.com/8R7PWHrVSd
— Caroline Gluck (@carogluck) 11 novembre 2016
Il punto sull’esodo e la risposta umanitaria in un tweet della responsabile della comunicazione per Alto Commissariato ONU per i diritti umani in Iraq.
I numeri dell’esodo dalla roccaforte irachena del sedicente Stato Islamico crescono di pari passo con le nuove denunce dell’ONU. La sua portavoce per i diritti umani Ravina Shamdasani ha parlato da Ginevra di “centinaia di esecuzioni” solo nell’ultima settimana e riferito del rinvenimento di fosse comuni e scorte di munizioni e materiali che lascerebbero supporre la preparazione di armi chimiche.
Dei filmati, menzionati dallo stesso Alto Commissariato, ritrarrebbero inoltre quattro bambini, nell’atto di uccidere dei prigionieri.
#Mosul: ISIL reportedly forced 4 children to carry out executions in video. Details of grave human rights abuses: https://t.co/hDaZX6A6cu
— UN Human Rights (@UNHumanRights) 11 novembre 2016
Orrori che – in base a stime ONU -, dall’inizio dell’offensiva contro Mosul del diciassette ottobre, avrebbero già indotto alla fuga 45.000. Oltre la metà hanno trovato rifugio in quattro campi nella regione di Ninive, ma le stesse fonti sostengono che l’emergenza potrebbe toccare fino a un milione e mezzo di persone.
Wonder what is the #humanitarian situation around #Mosul? Read our latest info sheet: https://t.co/5fX0Be798J#MosulAid#IDPs#Iraqpic.twitter.com/x2ZHJsy2o3
— OCHA Iraq (@OCHAIraq) 10 novembre 2016
Il punto della risposta umanitaria in un tweet dell’OCHA, l’ufficio ONU per il coordinamento degli aiuti umanitari