“Displacement” del coreografo siriano Mithkal Alzghair affronta la contraddizione fra radicamento e dislocamento.
“Displacement” del coreografo siriano Mithkal Alzghair affronta la contraddizione fra radicamento e dislocamento. Una riflessione sull’esperienza di chi è costretto a fuggire dalla guerra e sulle incertezze della vita in esilio.
Alzghair, che si è formato a Damasco, in Siria, e a Montpellier, in Francia, esamina l’influenza della realtà socio-politica sulle danze tradizionali.
“Ho lavorato su una danza tradizionale siriana, sul concetto di dislocamento, sul fatto di lasciare un territorio e di ricostruirsi una nuova identità”, ha spiegato Alzghair.
L’opera è caratterizzata da movimenti e sentimenti conflittuali: restare o fuggire, la speranza che affiora all’idea di andare via, l’inquietudine legata alla consapevolezza che il ritorno è impossibile.
“Displacement”, oltre a essere una coreografia sulla guerra in Siria, è anche un’esplorazione del proprio corpo da parte dell’artista e delle tradizioni popolari della sua terra.
“La coreografia è basata su due movimenti – afferma Alzghair – il primo è attinto dalla Dabka, una danza basata sui piedi. Il secondo è quello delle mani: può significare invitare le persone a partecipare o cercare di fermare la violenza o altro”.
“Displacement” è in tour in Europa, dalla Francia, al Belgio, al Portogallo, all’Austria, al Regno Unito.