Migranti: a Calais, evacuazione per 1.500 minori

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Di Euronews
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Più di 70 pullman, un nutrito contingente di funzionari di polizia, perché non si sa mai, e poi decine di assistenti sociali, interpreti, addetti delle associazioni: a Calais in mattinata è iniziato i

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Più di 70 pullman, un nutrito contingente di funzionari di polizia, perché non si sa mai, e poi decine di assistenti sociali, interpreti, addetti delle associazioni: a Calais in mattinata è iniziato il via-vai in quella che è ormai ex “giungla”, la baraccopoli smantellata nei giorni scorsi. Lì erano rimasti, ma per pochi giorni in alcuni container, 1.500 minori non accompagnati, che ora vengono portati via. Alcuni non vogliono:

“I Francesi sono venuti con la sicurezza, la polizia, uno alla volta sono venuti tutti e hanno detto ‘dacci i tuoi bagagli, i vestiti, tutto e sali sull’autobus’. Ma noi non vogliamo salire su quei bus, vogliamo andare in Inghilterra, solo in Inghilterra, non in Francia”.

I primi pullman sono partiti verso sud, in direzione di Carcassonne e Sainte Marie de la Mer. A bordo anche alcuni funzionari britannici: il Regno Unito si è impegnato ad accogliere quei minori, a condizione che abbiano effettivamente una famiglia da raggiungere. Gli altri, quelli che nel Regno Unito non hanno nessuno, dovranno restare in Francia. Non vogliono, alcuni scappano. Un problema che il governo cerca di affrontare come può:

“Non possiamo permettere che dei minori non accompagnati circolino per strada senza protezione, e quindi se scappano da Calais per mancanza di chiarezza o paura – dobbiamo capire che si tratta di persone vulnerabili – dobbiamo fare di tutto per riportarli nei centri d’identificazione, e farlo con metodo e umanità, e spiegare loro cosa succederà poi”, dice il Ministro dell’Interno.

L’evacuazione dei minori dovrebbe essere completata nelle prossime ore: poi nel campo resteranno solo 400 tra donne e bambini. Lo spostamento in centri specializzati è previsto entro il fine settimana. La “giungla”, che fino a pochi giorni fa ospitava ottomila persone secondo le cifre ufficiali, ma diecimila secondo le associazioni umanitarie, a quel punto non esisterà più.

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