Torino festeggia i 120 anni di Bohème

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Di Euronews
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Fu al Teatro Regio che il capolavoro pucciniano venne rappresentato per la prima volta nel 1896. Centoventi anni dopo la città sabauda ne celebra l’anniversario.

Tra i capolavori dell’arte lirica, la “Bohème” di Giacomo Puccini ha compiuto centoventi anni, e Torino, la città della prima rappresentazione assoluta, ne mette in scena una versione attualizzata ma credibile, per la regia di Alex Ollé (tra i direttori artistici de La Fura dels Baus); la direzione, brillante, di Gianandrea Noseda, alla testa dell’orchestra del Teatro Regio, in forma smagliante, ne fa uno spettacolo di prim’ordine.

Nell’imprecisata periferia urbana di questa efficace produzione la giovinezza, il desiderio di vita, la brama di una felicità immediata e l’irruenza dell’amore sono gli stessi dei bohémiens di metà Ottocento.

“La Bohème – spiega il Maestro milanese – racconta le speranze della gioventù; c‘è una voglia di cambiare le cose, di essere anticonformisti; però, con la morte di Mimì, inaspettata, è come se tutti questi sentimenti, queste emozioni, subissero una frenata brusca. Non so se dopo la morte di Mimì questi giovani continueranno a essere gli stessi scanzonati di prima. C‘è molta disillusione. Non vedo tanta speranza, in quest’opera.”

“Nella Bohème c‘è una raffinatezza nel dettaglio, nella scrittura orchestrale, che la proietta sicuramente nel Ventesimo Secolo. Già con Mahler si vede questa precisione di dettaglio, e Puccini, figlio del suo tempo, la porta addirittura a conseguenze incredibili: ci sono battute nella Bohème dove le indicazioni di dinamica, di tempo, sono così numerose da rendere Bohème particolarmente difficile e un’opera che comunque fa già l’occhiolino alla produzione del Novecento.”

Milanese di nascita, globe-trotter per mestiere, il Maestro Noseda registra ormai dieci anni di collaborazione col Regio e di frequentazione del capoluogo piemontese. “Di Torino mi piace il fatto che in maniera molto discreta, comunque è una città reale… ricordiamo che è stata la prima capitale dell’Italia unificata. Quindi ha un qualcosa di aristocratico, e nelle stesso tempo è un’aristocrazia accessibile a tutti, puoi andare nei caffé, nei ristoranti, c‘è una grande tradizione. E poi, quello che mi piace qui, è il gusto particolare nel fare bene le cose.”

“Nella nostra professione di direttori d’orchestra c‘è qualcosa che ti spinge al limite della comprensione, al fine di scoprire qual è la verità di un dato pezzo; con una frustrazione: sapendo che non ci arriverai mai. Ed è questo che ti spinge ancora. E poi, magari, una certa interpretazione va bene in un certo periodo della tua vita, e più tardi invece cambia, perché cambi tu. È un’attività che stimola le tue capacità di comprensione e di approfondimento, sapendo che i compositori sono assai più grandi di te.”

Questo spettacolo è il secondo contributo del Teatro Regio al progetto europeo “The Opera Platform”, piattaforma web interamente dedicata alla musica lirica promossa dalla Commissione Europea. “La Bohème” è visibile gratuitamente per sei mesi a partire dal 21 ottobre su www.theoperaplatform.eu

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