Undici ragazze da tempo in mano ai miliziani dello Stato islamico sono state liberate dalle forze di sicurezza libiche a Sirte.
Undici ragazze da tempo in mano ai miliziani dello Stato islamico sono state liberate dalle forze di sicurezza libiche a Sirte. Liberati oltre a loro anche un cittadino turco e uno egiziano.
Le forze libiche hanno riconquistato una parte della città. Sotto controllo jihadista restano alcune aree del quartiere di Giza Bahareya.
Dalle ragazze liberate testimonianze drammatiche.
“Gli uomini dell’Isil ci aggredivano e noi non potevamo reagire. Se ci rifiutavamo prima ci legavano e poi ci violentavano di nuovo. Hanno fatto tutto quello che hanno voluto, ci hanno vendute, ci hanno minacciate di passarci ad altra gente”.
“Ho pregato di morire, perchè morire sarebbe stato meglio che vivere con lo Stato islamico. Per questo ci siamo buttati dal terzo piano di un edificio”.
Le ragazze sono rimaste prigioniere insieme a una ottantina di altri ostaggi, in maggioranza donne, seguendo i carcerieri nei loro spostamenti.
“Siamo entrate in Libia illegalmente, attraverso il deserto, e questo è già un problema in sé. Vorrei che il mondo trovasse una soluzione per i nostri problemi, noi cerchiamo di raggiungere l’Europa per metterci in salvo, e spero che se il mondo vede la nostra sofferenza allora ci aiuterà”.
Cinque anni dopo la caduta del regime di Muammar Gheddafi la Libia resta uno dei territori in cui i miliziani dell’Isil hanno trovato rifugio. La battaglia per la riconquista di Sirte è cominciata da sei mesi.