Onu: Guterres, ex premier socialista ed ex Alto Commissario per i Rifugiati

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Antonio Guterres è il primo europeo a rivestire il ruolo di segretario generale dell’Onu dopo 35 anni.

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Antonio Guterres è il primo europeo a rivestire il ruolo di segretario generale dell’Onu dopo 35 anni. Russia e Stati Uniti hanno messo da parte le divisioni sulla Siria per accordarsi sul nome dell’ex premier portoghese, emerso chiaramente come il favorito dopo le sei votazioni informali di mercoledì al Consiglio di Sicurezza presieduto temporaneamente dalla Russia.

“Siete testimoni di un momento storico, non so se sia mai accaduto qualcosa del genere nella storia delle Nazioni Unite”, ha commentato l’ambasciatore russo Vitaly Churkin.

Antonio #Guterres è la scelta migliore per la carica di segrerario generale #ONU .Orgogliosa di avere lavorato a lungo con lui all'#UNHCR

— laura boldrini (@lauraboldrini) 5 ottobre 2016

Socialista, cattolico, Guterres è primo ministro del Portogallo dal 1995 al 2002: durante il suo mandato il Paese attraversa un periodo di crescita economica e Guterres introduce il reddito minimo garantito. Europeista, s’impegna per l’ingresso del Portogallo nella moneta unica. Guterres entra nella storia come il primo capo di un governo di minoranza dal ritorno alla democrazia ad aver portato al termine il proprio mandato.

Dal 2005 al 2015 guida l’Alto Commissariato dell’Onu per i Rifugiati ritrovandosi ad affrontare la più grave crisi migratoria dalla seconda guerra mondiale, l’esodo dei siriani. Guterres riduce di un terzo il personale della sede di Ginevra aumentando invece la capacità d’intervento all’estero. Intende riformare anche l’Onu, dove a suo dire si tengono troppe riunioni ma non vengono prese decisioni a sufficienza.

Guterres assume la guida di un’organizzazione che attraversa la sua peggiore crisi dalla guerra in Iraq, per l’incapacità di porre fine ai conflitti in Siria e nello Yemen.

Lo scorso anno in un’intervista a Euronews, Guterres sottolineò l’importanza di non trascurare nessuno fra coloro che soffrono per conflitti e crisi: “È assolutamente essenziale non soltanto rispondere alle grandi emergenze che purtroppo si moltiplicano nel mondo dove le relazioni di potere sono confuse e l’impunità è comune, ma dobbiamo ricordarci anche di tutti coloro dei quali nessuno parla”.

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