Giordania alle urne, i Fratelli Musulmani tornano in lizza

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Giornata di voto in Giordania, tra misure di sicurezza rafforzate per il timore di attentati e previsioni su un alto astensionismo.

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Giornata di voto in Giordania, tra misure di sicurezza rafforzate per il timore di attentati e previsioni su un alto astensionismo.
In gioco c‘è il rinnovo del parlamento, che nel Paese guidato dal Re ha poteri limitati.

Lo scrutinio sarà supervisionato da migliaia di osservatori locali e internazionali, tra cui 66 inviati dall’Unione europea.

La maggioranza dei 130 seggi in palio dovrebbe rimanere occupata da uomini d’affari e responsabili di tribù fedeli alla monarchia.

Ma gli occhi degli analisti sono puntati sul ritorno in scena del Fronte d’azione islamica, espressione dei Fratelli Musulmani, che nelle due tornate precedenti aveva boicottato il voto e che potrebbe diventare la prima forza politica di opposizione.

Un suo esponente, Murad Adayleh, dichiara: “Le questioni più importanti sono la situazione economica, gli aspetti sociali e l’istruzione, la fine della corruzione e dei privilegi che caratterizzano gli uffici governativi, inclusi quelli che avrebbero il compito di risolvere il problema, salvare il Paese e portarlo fuori dalla crisi.”

Il voto si svolge in un contesto delicato per la Giordania, la cui economia risente pesantemente dei conflitti nel vicino Iraq e in Siria e che ha accolto un gran numero di profughi.

La partecipazione militare del Paese agli attacchi della coalizione internazionale lo espone inoltre alla vendetta dell’Isil, che nei mesi scorsi ha rivendicato almeno un attentato.

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