McCartney e Ringo Starr: reunion sul "blue carpet" di Ron Howard

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Di Diego Giuliani
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A 47 anni dall'ultimo concerto, i Beatles superstiti tornano a Londra per la prima mondiale di "Eight Days a Week": collage sugli anni d'oro della febbre da Fab Four

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Di nuovo insieme a 47 anni dalla loro ultima esibizione, per tornare sulle origini del fenomeno Beatles.

My life is complete. #EightDaysAWeek#TheBeatles#London#Premierepic.twitter.com/FtKV472Q9u

— Naomi (@NJRalph1) 15 settembre 2016

Tra le chicche una dimenticata testimonianza dei Beatles “politici”

A riunire a Londra i Fab Four superstiti, Paul McCartney e Ringo Starr, non è questa volta un concerto sul tetto della Apple Records, ma la prima mondiale del documentario di Ron Howard: “Eight Days a Week”: collage sugli anni d’oro della Beatlesmania, che ripesca anche dimenticati momenti del loro impegno politico.

“Il fatto di esserci rifiutati di esibirci a Jacksonville era una presa di posizione contro la segregazione razziale – ricorda Paul McCartney, in riferimento a un episodio avvenuto negli Stati Uniti durante gli anni caldi delle battaglie per il riconoscimento dei diritti dei neri -. E certo, ritrovare questo episodio nel documentario è stata una grande sorpresa”.

Presente sul palco anche Yoko Ono, a sottolineare ai microfoni il sentimento di fratellanza che legava i Beatles è però Ringo Starr. “Non eravamo ‘come’ fratelli. ‘Eravamo’ fratelli e ci prendevamo cura gli uni degli altri – racconta -. Non mi stancherò mai di ripeterlo: io che ero figlio unico, ho finito così per trovare tre fratelli. Il mio sogno era di averne uno maggiore e… non ci ero mai riuscito”.

“Vittime del nostro successo”

VIDEO: #TheBeatles#PaulMcCartney and #RingoStarr on #RonHoward tour documentary #EightDaysAWeekhttps://t.co/clkqTvLRj3

— AP Entertainment (@APEntertainment) September 14, 2016

“Non potevamo lamentarci perché era il successo che cercavamo – aveva ricordato Paul McCartney in una precedente intervista all’agenzia di stampa Associated Press -. Allo stesso tempo ne siamo però stati vittime: alla fine è stata l’isteria dei fan a suggerirci di porre fine alle nostre esibizioni pubbliche”.

Quando Sigourney Weaver voleva fare colpo su John Lennon

Nelle sale italiane da ieri e solo fino al 21 settembre, il documentario del premio Oscar di “A Beautiful Mind” si avvale di archivi inediti, per svelare sorprendenti dietro le quinte dell’apogeo della febbre da Beatles, negli anni dal ’62 al ’66.

Tra le chicche più gustose una giovanissima Sigourney Weaver, che tra la folla dei fan ammette: “Ho trascorso un pomeriggio a scegliere il vestito, per farmi notare da John Lennon”.

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