Elezioni: Russia Unita resta in testa ma cala nei consensi

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Serguei Doubine, euronews: Per capire il clima in cui si tengono le legislative questo 18 settembre in Russia con noi Denis Volkov, sociologo del centro Levada.

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Serguei Doubine, euronews: Per capire il clima in cui si tengono le legislative questo 18 settembre in Russia con noi Denis Volkov, sociologo del centro Levada. Secondo gli ultimi sondaggi del suo centro, supportati da altre indagini demoscopiche, Russia Unita, il partito del presidente Putin, registra un forte calo. Perché a suo avviso?

Denis Volkov, sociologo, Levada-Center: “Questo trend non è nuovo, è iniziato circa un anno e mezzo fa; dopo l’annessione della Crimea il consenso per Russia Unita è andato crescendo, toccando il suo picco massimo nel maggio-giugno del 2015, stessa cosa per Putin. Poi è iniziato il calo, anche se lentamente, a metà 2015 il partito era accreditato del 50% dei voti, quindi del 40 e oggi del 30%. Bisogna tenere a mente, però, che questo 30% si tradurrà in un 50% di voti reali”.

euronews: Tra le ragioni annoverate dagli osservatori per capire il calo, la decisione impopolare di non voler indicizzare le pensioni e la comparsa di nuovi partiti che hanno distolto l’attenzione dalle grandi formazioni. È così per lei?

Denis Volkov: “In parte è vero, ma penso che si tratti di un processo di raffreddamento emotivo normale dopo l’entusiasmo per la Crimea. I fattori economici sono importanti e i russi risentono della crisi anche se reagiscono a scoppio ritardato, infatti cominciano a realizzare e a sentire gli effetti e si adattono. La nascita di nuovi partiti influisce, ma molti sono sconosciuti ai più, avranno un effetto diluente sul voto e porteranno via qualche consenso a Russia Unita, ma questa fase discendente è dovuta semplicemente alla perdita di popolarità”.

euronews: Una disaffezione che può influenzare il risultato, è così?

Denis Volkov: “A influenzare il risultato sarà piuttosto il fatto che il voto è stato spostato da dicembre a settembre. Se in dicembre l’afflusso alle urne è tradizionalmente alto, non è così in settembre. È difficile fare una previsione, ma ci sarà un afflusso più contenuto. C‘è un interesse generale minore verso queste elezioni, la gente non ne parla, è come se si voglia allontanare l’opinione pubblica dalle consultazioni; probabilmente i partiti vogliono che ci sia un afflusso minore, così che solo gli elettori più disciplinati esprimano la propria preferenza senza influenzare o cambiare la composizione della Duma. Insomma vogliono elettori che vanno a votare per dovere civico ma non per cambiare le cose”.

euronews: Prevarrà il desiderio di cambiare o l’apatia?

Denis Volkov: “Penso l’apatia, ma una parte di responsabilità ce l’hanno anche i nuovi partiti che non hanno fatto una vera campagna nelle grandi città dove il loro elettorato vive. Il maggior problema è che sono invisibili anche ai propri sostenitori, non si conoscono i programmi e sono arrivati dal nulla poco prima delle elezioni. Non si sa niente e parlano quando dovrebbero agire”.

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