Francia: il discorso di un presidente candidato alla sua successione

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Di Euronews
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Entrare in campagna elettorale in punta di piedi.

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Entrare in campagna elettorale in punta di piedi.
Non proprio quello che si dice una missione semplice, per il presidente francese François Hollande, che nel discorso su democrazia e terrorismo ha evitato ogni riferimento alla sua candidatura e alle presidenziali del 2017.

Sul terrorismo di matrice islamica:

“È una guerra diversa, che lancia una sfida planetaria, per questo la Francia si è impegnata anche lontano dal suolo patrio.
Combattendo in altri Paesi, i nostri eserciti ci proteggono dalla stessa minaccia, gli assassini che ci troviamo di fronte in Iraq, in Mali o in Siria sono gli stessi che abbiamo in casa nostra”.

Non sarà una guerra lampo ma François Hollande vuole vincerla per difendere non solo i francesi ma il modello di società e i valori su cui si basa l’Occidente.

“Così come il governo di Manuel Valls, faccio il massimo per proteggere i francesi, cui devo dire la verità: resteremo sotto minaccia a lungo, dobbiamo garantire la sicurezza, senza rinunciare a vivere come meglio crediamo, come l’intendiamo questo è importante. La sfida è doppia: vincere e restare fedeli a noi stessi”.

François Hollande ha difeso la sua visione di laicità, che non è mistica né una religione di Stato contro le religioni, ma un insieme di regole, un principio di neutralità che Stato e cittadini devono rispettare.

“La laicità può contemplare l’islam? Penso di si, può essere contemplato Niente si oppone alla pratica dell’islam nella laicità, l’importante che sia conforme alla legge, quello in cui dobbiamo riuscire è la costruzione di un islam in Francia”.

Dopo le polemiche sul burkini e le proposte di leggi da parte della destra per vietarlo, il presidente ha messo in guardia contro leggi di circostanza che sono peraltro incostituzionali. E sull’identità:

“La nostra identità è la vostra storia, la nostra cultura, i nostri valori, il nostro modello di vita.
Non è immutabile nel tempo, non è una fotografia, l’identità è in continuo cambiamento, la Francia è molto più di un’identità, è un’idea.
Il pericolo è che la Francia di fronte a una prova possa dubitare di se stessa, fermandosi, piegandosi e chiudendosi su se stessa”.

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