Nuove tecnologie in soccorso del patrimonio culturale immateriale

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Cosa accadrà col passare del tempo alla danza tradizionale, alla musica popolare, ai tesori delle culture dei popoli? Per scongiurarne la scomparsa, un progetto di ricerca europeo che siamo venuti a c

Non solo monumenti, architetture, statue, nell’arte umana. Quella immateriale – gran parte dell’arte popolare che si tramanda di padre in figlio – è più difficile da documentare e decodificare.

L’ingegnere informatico Cosmas Dimitropoulos, da Salonicco, spiega, mostrando un macchinario che registra mosse di danza: “Qui ci serviamo delle nuove tecnologie per analizzare i movimenti, allo scopo di registrare i dati dello scheletro della danzatrice. In seguito procediamo a una modellizzazione delle informazioni per comprendere le diverse posizioni della danzatrice”.

I ricercatori sono convinti di aver trovato il modo di analizzare e misurare molti aspetti della fisiologia collegati alla realizzazione artistica. Un’analisi utile per proteggere dall’oblio espressioni artistiche millenarie.

Perché, ci dice l’insegnante di musica Dimitrios Manousis, “L’obiettivo è creare delle banche dati per poter in seguito analizzarne i risultati, e quindi condividere le informazioni”.

La cattura dei dati di diversa origine e qualità in modo sincronico permette di creare modelli tipici per ciascuna espressione creativa tradizionale analizzata, e rende possibile anche esplorare nuovi ambiti dell’arte. Troviamo il musicista Paul Vignes intento a emettere suoni bizzarri, con addosso una curiosa imbragatura, che descrive così: “I due microfoni piezoelettrici sul naso servono a captare le vibrazioni e il tasso di nasalizzazione di un suono, la videocamera registra il movimento delle labbra e il microfono i dati sonori, e poi c‘è un sensore a ultrasuoni che permette di vedere i movimenti della lingua in modo non intrusivo”.

Seguendo lo stesso approccio la ricerca ha messo a punto un modo innovativo di concepire nuovi strumenti musicali. I dettagli nelle parole di Sotiris Manitsaris, dell’Ecole Nationale Supérieure des Mines de Paris (ENSMP): “Ci ispiriamo ai gesti pianistici per creare un’ampia gamma di suoni senza dover passare attraverso meccanismi intermedi che causano interferenze fra il gesto e la musica, come i tasti, le corde della chitarra ecc.”

Gran parte del patrimonio culturale immateriale dell’umanità rischia di perdersi sotto il peso della globalizzazione crescente, avverte l’Unesco. Una risposta può venire dall’innovazione tecnologica? La risposta di Nikolaos Grammalidis, coordinatore del progetto europeo I-Treasures, è positiva: “Grazie al nostro progetto possiamo usare le nuove tecnologie informatiche per registrare, analizzare, visualizzare e condividere questo patrimonio culturale, soprattutto nel campo delle applicazioni per l’istruzione e la ricerca”.

Un archivio digitale delle arti immateriali può essere utile non solo in ambito accademico e di formazione, ma anche nel campo economico, per stimolare nuove iniziative imprenditoriali, ci dice Marinos Ioannidis, della Cyprus University of Technology, consulente nell’ambito del progetto: “Nel nostro progetto l’obiettivo è di essere in grado di condividere, modellizzare i dati e renderli disponibili a diverse industrie, come quella del turismo, dell’istruzione eccetera”.

L’archivio digitale delle culture immateriali permetterà di trasmettere alle nuove generazioni una grande quantità di informazioni sulle loro tradizioni e sulla loro identità.

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