Nuovi arresti in Turchia tra i militari legati al tentato colpo di stato

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Di Claudio Rosmino Agenzie:  AFP, Reuters
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Ankara fa anche la voce grossa con Bruxelles: se l'UE non garantirà ai cittadini turchi il visto per avere libero accesso in Europa, la Turchia potrebbe ritirare il suo impegno negli accordi sul cont

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In Turchia proseguono gli arresti legati al tentato colpo di stato di metà luglio. Tra i nove e gli undici soldati, il numero cambia a seconda delle fonti, sono stati arrestati dalle forze speciali dopo un breve scambio a fuoco.

Il gruppo è accusato di aver fatto parte di un commando che, nella notte tra il 15 e il 16 luglio, ha tentato di assalire l’hotel di una località turistica dove soggiornava il presidente Recep Tayyp Erdogan.

Quasi settantamila persone, in tutti i settori della società, sono state finora arrestate o sospese dai loro incarichi.

La rivoluzione di Erdogan investe pesantemente l’esercito che, nonostante le rassicurazioni date in un’intervista di domenica, sarà d’ora in avanti sotto il controllo diretto del potere politico, e non più indipendente. La “purga” investe anche le scuole militari che vengono chiuse e sostituite da accademia pubbliche.

L’Unione Europea, a più riprese, ha già riferito ad Ankara la propria preoccupazione per gli standard democratici del paese.

Ieri il ministro degli esteri turco Mevlut Cavusoglu ha contrattaccato affermando che se l’UE non darà ai cittadini turchi il visto per avere libero accesso in Europa, condizione inclusa negli accordi sul controllo dei flussi migratori, Ankara potrebbe ritirare il suo impegno.

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