Addio al celebre scrittore abchaso di lingua russa Fazil' Iskander

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Di Euronews
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La letteratura perde una delle sue firme migliori e più originali: lo scrittore abchaso di lingua russa Fazil’ Iskander.

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La letteratura perde una delle sue firme migliori e più originali: lo scrittore abchaso di lingua russa Fazil’ Iskander.

Figlio di un artigiano persiano deportato dall’Urss nel 1938, Fazil’ Iskander è nato a Suchumi, Repubblica autonoma sovietica dell’Abchasia, il 6 marzo 1929. Trascorre l’infanzia nel Caucaso, per studiare si trasferisce a Mosca dove si laurea nel 1954 presso l’Istituto di letteratura. Lavora prima come giornalista, il suo esordio in letteratura avviene nel 1952 con la poesia alla quale si dedica fino alla fine degli anni Sessanta.

Nel 1966 ha pubblicato due raccolte di racconti (Trinadcatyj podvig Gerakla, “La tredicesima fatica di Ercole” e Zapretnyj plod, “Il frutto proibito”) e il romanzo breve Sozvezdie Kozlotura (trad. it., La costellazione del caprotoro, 1988).

In Italia, nel 2014, la Salani ha pubblicato, con la prefazione di Moni Ovadia, il romanzo breve “L’energia della vergogna” che è una celebrazione della stagione dell’infanzia e ben esprime il senso della sua scrittura.

L’infanzia occupa la parte centrale, tra nostalgia, ironia e poesia della sua produzione letteraria, tutta in lingua russa e intrisa di spunti autobiografici. Pagine che hanno sempre conservato come punto di vista lo sguardo sul mondo che è proprio di un bambino. Un invito, tra le righe, a tornare a quella stagione di vita per salvarsi dal conformismo dilagante, dal totalitarismo e dalla violenza. Come disse la scrittrice e autrice teatrale russa Ljudmila Ulickaja: “I suoi libri rimangono, come il Caucaso, nobili, puri, liberi”.

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