Francia, rischio escalation islamofobia

Francia, rischio escalation islamofobia
Di Debora Gandini
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La paura del terrorismo da una parte, la paura di un’escalation dell’islamofobia dall’altra.

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La paura del terrorismo da una parte, la paura di un’escalation dell’islamofobia dall’altra. Questo il clima che si respira in Francia. La comunità arabo-musulmano dopo l’attacco di Nizza teme ora un’incremento delle tensioni tra le diverse comunità, tensioni sociali già presenti dopo gli attacchi a Charlie Hebdo e a Parigi.

“La comunità musulmana si sente in ostaggio. Le persone più vulnerabile possono essere reclutate per combattere contro la Francia e trasformate in una bomba umana, un’ipotesi molto realistica.” fa notare il Vice Presidente del Consiglio regionale del culto musulmano Boubekeur Bekri.

La comunità musulmana, che nell’attacco di Nizza ha pagato un prezzo pesante, 30 morti erano di religione islamica, da subito ha condannato un atto di tale violenza. “Dobbiamo svegliarci, alzarci in piedi e dire che non abbiamo niente a che fare con fatti del genere”, dice una donna. “Siamo parte della comunità francese, siamo contro ogni forma di terrorismo. Io sono la prima vittima di tutti questi attacchi e sono davvero molto triste quando accadono cose simili.”

A difesa della comunità araba era sceso in campo anche il Presidente francese Hollande dopo gli attacchi nel gennaio 2015 alla redazione del giornale satirico e al supermercato kosher di Parigi. “I musulmani sono le prime vittime del fanatismo, del fondamentalismo e dell’intolleranza. L’Islam radicale agisce dove c‘è disagio sociale, povertà, e forti disuguaglianze”, aveva dichiarato Hollande.

Anche i residente di Msaken in Tunisia, paese d’orgine dell’autore del massacro di Nizza, prendono le distanze da un gesto simile considerandolo un reato che ha macchiato di sangue l’immagine della loro terra. “Lui non voleva attaccare l’Islam o la Francia. Ha agito solo contro se stesso, non ha pensato a sua moglie o ai suoi figli, non ha pensato nemmeno a sua madre e alla sua famiglia. Non ha pensato che quello che stava facendo poteva rovinare la reputazione di Msaken”, racconta un parente di Mohamed Lahouaiej Bouhlel.

Ora, dopo la strage del 14 luglio, la comunità arabo-musulmana in Francia piange tutte le vittime, ma teme ritorsioni da parte di gruppi di estrema destra. E il clima già teso rischia di infuocarsi ulteriormente.

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