Ad Ankara raccogliendo l'appello di Erdogan, i cittadini fedeli al Presidente sono scesi in piazza per fermare i carri armati, brandendo la bandiera nazionale.
Il giorno dopo il fallito golpe è cominciato con scene di guerra civile per la strade di Ankara e Istanbul.
Ad Ankara raccogliendo l’appello di Erdogan, i cittadini fedeli al presidente sono scesi in strada per fermare i carri armati, brandendo la bandiera nazionale.
All’alba di sabato una bomba è stata sganciata sulla capitale vicino al palazzo presidenziale, altre due poco lontano, per colpire i carriarmati dei militari ribelli.
Dopo una mattinata ancora turbolenta e in seguito all’annuncio ufficiale del fallimento del “colpo di Stato”, il Parlamento si è riunito in sessione straordinaria.
Nessuno in Turchia sembra avesse previsto ciò che è successo venerdì sera, quando i militari hanno preso il controllo a Istanbul dei due principali ponti sul Bosforo e hanno sorvolato con i caccia a bassa quota la capitale.
Poco prima della mezzanotte in un comunicato diffuso dalle “Forze armate turche” i militari golpisti avevano annunciato la proclamazione della legge marziale con l’obiettivo di riportare la democrazia nel Paese.