Lituania: il timore di un attacco della Russia

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Veda e Vilius lavorano alacremente, fianco a fianco.

Veda e Vilius lavorano alacremente, fianco a fianco. Il loro obiettivo è velocizzare e migliorare la routine dei coscritti. Nel 2008 la Lituania aveva tolto l’obbligo del servizio di leva. Ma il coinvolgimento militare della Russia in Ucraina ha innescato dei timori anche nei Paesi Baltici. Ecco perché Veda, studentessa, e Vilius, barista, oggi indossano l’uniforme. In Lituania il servizio militare è stato ripristinato. Le due reclute rappresentano la diversità nella società lituana: il padre di Veda è polacco, sua mamma russa. Vilius invece è di famiglia lituana.

Nel Paese il problema delle minoranze è meno evidente che in Lettonia o in Estonia. Abbiamo provato a chiedere a Veda, la cui linguamadre è il russo, se per lei rappresenterebbe un problema difendere la Lituania da un’eventuale aggressione di Mosca.

“No – assicura Veda Golovac – per me non sarebbe un problema. Difenderei il mio Paese natale: sono nata e cresciuta in Lituania, qui ho studiato e adesso faccio il servizio militare. La Lituania è la mia Patria”.

“Nella vita quotidiana – racconta Vilius Siniauskas – le persone formano dei gruppi. A volte le comunità sono piuttosto chiuse: persone che parlano russo, polacco, lituano. Ma qui nell’esercito tutti i giorni incontri tutti. C‘è una commistione costante e ci si sente uguale all’altro”.

Ci spostiamo a Vilnius per incontrare il ministro della Difesa. Juozas Olekas è nato in Siberia, dove i sovietici avevano deportato i suoi genitori. Olekas ha pubblicato un opuscolo, rivolto ai cittadini dal titolo ‘Sopravvivere alla guerra’.

Hans von der Brelie: “Oggi la Federazione russa dovrebbe essere percepita come una minaccia o no?”

“Abbiamo visto l’aggressione all’Ucraina – sostiene Juozas Olekas – il comportamento aggressivo nel Mar Baltico, gli esercizi militari quasi ai nostri confini. Se volessero potrebbero usare la loro forza militare, risolvendo quelli che definiscono problemi oltre la loro frontiera. La presenza della NATO è aumentata e credo sia una buona iniziativa per fermare l’aggressione russa”.

A seguito di molteplici violazioni dello spazio aereo, da parte dei caccia di Mosca, e degli esercitazioni militari imponenti, la NATO ha risposto aprendo piccoli quartier generali negli Stati balcanici, in Polonia, Bulgaria e Romania. In ognuno il personale è composto da 40 mambri, tutti esperti di logistica militare.

“Se richiesto dalla Lituania – garantisce Ângelo Miguel Simoes, portavoce dell’Unità della NATO in Lituania – potrebbe dispiegare cinquemila uomini in un breve lasso di tempo: dalle 48 alle 72 ore".

In caso di crisi una forza più imponente si schiererebbe al fianco di questi 5.000 soldati. L’articolo 5 del Trattato della NATO garantisce assistenza a ogni Stato membro sotto attacco. In una foresta i militari della NATO si addestrano per fronteggiare l’eventualità peggiore. I danesi schierano 1.400 uomini e 500 veicoli.

“La nostra missione – chiarisce il maggiore danese Vibe Michelsen – è quella di allenarci per l’interoperabilità con i nostri partner della NATO in modo da poter lavorare insieme, a gruppi, ma combattere come un’entità unica”.

Mentre la manovre militari russe impiegano fino a 160.000 soldati, quelle della NATO sono decisamente più ridotte. A giugno diecimila uomini hanno preso parte agli esercizi ‘Saber Strike’ nei tre Stati baltici. La parte lituania dell’esercitazione si chiama ‘Iron Wolf’.

Hans von der Brelie: “Dietro ogni albero c‘è un soldato o un carro armato proveniente da Germania, Lussemburgo, Francia, Lituania, Danimarca, Stati Uniti. Vediamo cosa sta succedendo”.

Per i governi e i vertici militari dei Paesi della NATO il processo decisionale di Mosca è inaffidabile. Stati baltici e Polonia hanno dunque chiesto un rafforzamento della presenza militare nella regione. Positivo, secondo il capitano lituano Navasaitis Algirdas, l’intenso addestramento NATO: “L’interoperabilità è ad alti livelli e non c‘è alcuna difficoltà nel cooperare tra diversi Paesi e diversi militari”.

La NATO invierà una nuova forza multinazionale di 4.000 uomini per rafforzare la difesa di Polonia e Paesi Baltici. I quattro battaglioni saranno composti prevalentemente da soldati di Canada, Germania, Regno Unito e Stati Uniti.

“Ci alleniamo – spiega Christopher Salisbury, capitano dell’esercito USA – scambiandoci i ruoli, con operazioni di attacco e difesa per gli ultimi cinque giorni. Finora la comunicazione con le nazioni partner è stata la parte che ha funzionato meglio”.

Polonia- e Paesi Baltici temono però che i quattro battaglioni non servano a impedire un attacco. Ma quattromila soldati della NATO schierati sono più di un simbolo: un potenziale aggressore pederebbe tempo. Tempo utile alla NATO per paracadutare dei rinforzi.

“Per noi – assicura il tenente colonnello Marc-Ulrich Cropp, tedesco – non è più un problema trasportare materiali e truppe su lunghe distanze. Possiamo trasportare i soldati con gli aerei. Mentre gli equipaggiamenti speciali possono essere trasportati con la ferrovia”

https://youtu.be/CgaY56i8QA0

Questi 392 giovani lituani hanno finito gli esercizi ‘Iron Wolf’ ma anche il loro servizio militare. Sergei Kulikov ha ottenuto un certificato nel quale si attesta che non ha commesso errori. I suoi genitori ne vanno fieri. Sergei è russo madrelingua. Lo accompagnamo nelle sue ultime ore nelle caserma degli ‘Iron Wolves’. Quando il suo Paese ha reintrodotto il servizio militare, lui si è presentato come volontario.

“Sono contento di aver deciso di fare nove mesi di servizio militare – assicura – Ho capito che spetta ai singoli cambiare il destino del proprio Paese. Non combattiamo da soli. Siamo in migliaia ed è per questo che possiamo difendere la Lituania”.

Ultimamente sedici dei 28 Stati membri della NATO hanno aumentato il budget destinato alla difesa militare. Per Sergei il viaggio verso casa è lungo. La sua famiglia vive nella campagna lituana. Suo padre Anatolii lavora come macchinista nelle ferrovie di Stato. Durante il servizio militare ha fatto il carrista sul confine meridionale dell’Impero sovietico. Sulla reintroduzione del servizio militare sostiene che sia stato un bene aver ristabilito il servizio militare. “Tutti dovrebbero farlo – dice convinto – Vedo che i giovani non trovano lavoro, non trovano il loro posto nella società. A volte sono viziati. I giovani dovrebbero fare il servizio militare perché l’esercito è una buona scuola di vita. Tutti dovrebbero farlo”.

Nel 2004 la Lituania è entrata nella NATO. In alcune famiglie il tema è ancora molto sensibile. Il padre di Sergei non vuole commentare, mentre Sergei non ha alcun problema a dire la propria: “Credo sia positivo che la Lituania lavori fianco a fianco con la NATO. Ho iniziato il mio servizio militare nel Battaglione ‘Iron Wolf’. Ero molto motivato ed è per questo che ho deciso di farmi tatuare il simbolo sul petto. È positivo che la Lituania faccia parte della NATO”.

Il sogno di Sergei? Diventare un militare di professione e un soldato della NATO.

Insiders NATO LITHUANIA

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