Vienna, al "Crans Montana Forum" personalità di alto livello. Presente anche il Patriarca Gregorio III Laham

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Ruolo delle donne nel processo decisionale per le energie rinnovabili, ascesa dei paesi dell'Europa centro-orientale crisi migratoria. Tanti i temi in agenda a Vienna alla 27esima edizione del Forum d

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Politici, imprenditori, rappresentanti di organizzazioni internazionali si sono riuniti nel cuore di Vienna per la 27esima sessione annuale del Forum di Crans Montana. In agenda moltissimi argomenti: dal ruolo delle donne nel processo decisionale per le energie rinnovabili, all’ascesa dei paesi dell’Europa centro-orientale fino alla crisi migratoria. Uno dei commenti più incisivi è stato quello di Gregorio III Laham, il Patriarca della Chiesa greco-melchita-cattolica in Siria, sull’accoglienza dei rifugiati siriani in Europa.

“E’ una spada a doppio taglio. Non siamo felici quando sentiamo dire che i siriani sono i benvenuti perché vorremmo che potessero restare nel loro paese. Credo tuttavia che la Germania ma anche la Svezia abbiamo accettato di ospitare troppe persone. Avrebbero dovuto essere più caute all’inizio. I miei genitori vivevano al sicuro, sotto la mia protezione, anche loro hanno beneficiato di questa possibilità di poter espatriare”, ha dichiarato il Patriarca cattolico-siriano Gregorio III Laham.

Per la maggior parte degli ospiti del summit la pace in Siria sarebbe la soluzione migliore. Tuttavia la realtà è ben diversa, e gli esiti della crisi sono devastanti. Tony Smith, Vice-Direttore Generale del controllo delle frontiere del think-tank “Borderpol” ha tracciato una chiara connessione tra la gestione del problema e la Brexit. “I britannici hanno votato per l’uscita perché pensano che l’UE non abbia il controllo dei propri confini. Quando vedono alla TV certe immagini provenienti da paesi stranieri in cui le persone non sono adeguatamente controllate, quando vedono attentati in posti come Parigi e Bruxelles eseguiti da persone che sono entrate illegalmente nel paese tramite rotte percorse e attraversate senza essere identificate..hanno paura”, ha sottolineato il Vice-Direttore Generale di Borderpol.

E proprio la paura ha portato diversi paesi membri dell’Europa centro-orientale, paesi dell’area ex comunista, a dire “NO” all’accoglienza ai profughi, come ha spiegato anche l’ex primo ministro ungherese, Péter Medgyessy: “Uno dei fattore chiave è che questi paesi non hanno una vera classe media, così i sentimenti come l’empatia e disponibilità non sono riusciti a radicarsi completamente nella società, perché l’era socialista non ha permesso che tutto questo accadesse.”

Altri temi centrali della conferenza l’integrazione e il miglioramento delle periferie. Obiettivo dei paesi dei Balcani occidentali resta l’Unione europea, come hanno sottolineato i presidenti di Montenegro e Albania. Tanti i progetti in discussione la “Via della Seta”, un modo per rinnovare l’antica via della Cina. “Una sessione particolarmente proficua dove è emersa l’importanza di connessioni multilaterali tra i paesi consumatori e i grandi produttori da un lato come l’Europa e la Cina dall’altro, ha dichiarato Maria Magdalena Grigore, Segretario di Stato per i Trasporti in Romania.

Una proposta ambiziosa ma non certo facile da realizzare- Ottenere Finanziamenti per nuove infrastrutture, abbattendo i confini commerciali tra i paesi – è un lavoro che richiede tempo e denaro. Ma servono anche costanza e convinzione da parte delle persone coinvolte come ha spiegato l’ideatore del forum, Jean Paul Carteron: “Le tematiche trattate nel programma hanno un solo obiettivo: servono come pretesto per raccogliere personalità di alto livello, e l’unico motivo per fare questo è incontrarsi tra di loro.”

Temi, discussioni, dibattiti e premi. Come quello riconosciuto per il lavoro svolto dai cani da salvataggio. Dopo Vienna l’appuntamento con il Forum é a Bruxelles il prossimo ottobre.

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