May e Gove, i favoriti nella corsa a primo ministro in UK

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I candidati al 10 di Downing Street sono tutti uguali ma, come direbbe George Orwell, alcuni sono più uguali degli altri.

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I candidati al 10 di Downing Street sono tutti uguali ma, come direbbe George Orwell, alcuni sono più uguali degli altri.

I favoriti del partito conservatore britannico sono oggi due: la ministra dell’interno Theresa May e Michael Gove, ministro della giustizia. E così il vaso di Pandora della Brexit non ha finito di rigurgitare sorprese.

Perché il super favorito, Boris Johnson, che sembrava essere il naturale successore del dimissionario Cameron, ha inaspettatamente gettato la spugna, dopo aver vinto una battaglia in cui si era investito dallo scorso febbraio: “L’ultima cosa che volevo – aveva annunciato allora – era di andare contro David Cameron o il governo. Ma dopo averci riflettuto a lungo, non penso di poter fare nient’altro. Sosterrò il campo del ‘leave’”

E ancora sabato scorso lo stesso Gove aveva telefonato a Johnson per confermargli il suo sostegno. Ex giornalista e attualmente Lord Cancelliere, è considerato il cervello della campagna a favore dell’uscita dall’Unione europea, al servizio della quale ha prestato le sue capacità oratorie. Il 6 giugno ad esempio affermava: “I leader europei hanno messo l’ideologia davanti alla sicurezza. Hanno perseguito progetti come la moneta unica e la zona Schengen, che hanno indebolito la resilienza del nostro continente”.

Ma al momento i pronostici sono a favore di Theresa May, ministra dell’interno di Cameron dal 2010. Si posiziona sull’ala destra del partito conservatore, ed è una nota euroscettica ma, che sia per lealtà o per calcolo, si era schierata con il suo premier nel campo del “remain”; esimendosi però al tempo stesso dal fare campagna in questo senso. Una posizione ambigua che dovrebbe darle una marcia in più, anche se gli analisti non ne sono del tutto convinti.

Il professore Anand Menon del Kings College di Londra spiega: “Ha giocato in un modo che alcuni trovano molto scaltro, appoggiando il ‘remain’, ma in modo così tiepido che potevi non accorgertene. Mi chiedo se questa sua posizione in bilico fra i due campi possa portare gli elettori a non volerla votare, se sia riuscita a irritare entrambi i campi non sposando pienamente una causa”.

Grazie alle sue origini modeste e al fatto di aver frequentato le scuole pubbliche, Theresa May parla il linguaggio della classe media conservatrice. Dice che i politici di Westminster non sanno che cosa subisce il popolino, e che il governo deve pensare a tutti, non solo a pochi privilegiati.

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