Effetto Brexit sulla City: le grandi banche si preparano a lasciare Londra

Effetto Brexit sulla City: le grandi banche si preparano a lasciare Londra
Di Diego Giuliani
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A ipotizzare un trasloco anche l'Autorità Bancaria Europea. In pole position Francoforte, ma fra le destinazioni è concorrenza spietata per aggiudicarsi il business della finanza

Uno spettro si aggira per la City

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Lo spettro di un esodo da Brexit si aggira per la City. Mentre colossi del credito statunitesi come JP Morgan, Goldman Sachs e Bank of America si preparano a spostare da Londra parte delle proprie attività, a ipotizzare un trasloco è la stessa Autorità Bancaria Europea, che dalla capitale britannica coordina regolamentazione e vigilanza del settore.

EU plans moving bank regulator from London as euro zone eyes City business https://t.co/d3lSWSvhc4

— Reuters Business (@ReutersBiz) 26 giugno 2016

“La City di Londra è di fatto il principale hub bancario al mondo – dice Rudiger von Rosen, co-direttore esecutivo del Centro Germano-cinese di Finanza ed economia -. Ci saranno certo delocalizzazioni verso altre destinazioni. E in prima linea tra queste ultime, di gran lunga favorita rispetto a ogni altra, c‘è senza dubbio Francoforte”.

Se la città tedesca, già sede della BCE, è tra le destinazioni menzionate dalle banche statunitensi che si apprestano a snellire il proprio organico a Londra, tra quest’ultime circolano anche ipotesi come Dublino o Parigi.

Banks begin moving some operations out of post-Brexit Britain https://t.co/uwCxNxhKyU

— CNBC International (@CNBCi) 26 giugno 2016

Francoforte, Parigi e le altre: la corsa per aggiudicarsi il business

L’altra faccia dell’esodo da Brexit è insomma oltremanica la corsa per aggiudicarsi una fetta di un settore finanziario da oltre due milioni di impieghi, nel 2014 capace di offrire al Regno Unito entrate pari a quasi 230 miliardi di euro

First signs Brexit will hit jobs in survey of @The_IoD members https://t.co/AEGAmz98Yb

— IoD_press (@IoD_press) 27 giugno 2016

A confermare lo scenario della fuga di attività imprenditoriali dal Regno Unito interviene intanto un sondaggio dell’Institute of Directors, la principale associazione britannica degli imprenditori. Su poco più di mille dei suoi membri, interpellati fra venerdì e domenica, oltre un quinto (22%) ha detto di ipotizzare un trasferimento all’estero delle proprie attività, i quasi due terzi (64%) hanno valutato come negativo l’impatto della Brexit sul proprio business e quasi un quarto (24%) ha detto di prevedere un congelamento delle assunzioni.

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