Sposarsi in bianco carta igienica: al concorso dei veri capolavori

Sposarsi in bianco carta igienica: al concorso dei veri capolavori
Di Euronews
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Indetto 12 anni a New York fa da un sito per matrimoni "low cost". Vi si fa sfoggio di estro con pochi soldi.

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Potrebbe sembrare metafora di un matrimonio non proprio riuscitissimo, ma in realtà è una gara che si rirpopone da 12 anni a New York quella degli abiti da sposa creati con carta igienica. A volerla il negozio on line Cheap-chic weddings. (Matrimoni economici ed eleganti ndr).

I risultati, come si può notare sono sorprendenti, anche se non si può certo contare sulla resistenza del vestito. Questi sono i 10 finalisti, selezionati tra ben 1.500 proposti.

“Rimaniamo sorpresi ogni anno. Ogni anno” afferma Susan Bain, di Cheap-chic weddings.com.

“Se si guardano le vecchie foto, si vedrà come continuano a evolversi. Alcune persone che ci hanno provato più volte fanno sempre di meglio. E così anche i nuovi” prosegue Laura Gawne, a sua volta co-proprietaria del negozio on line.

Carta igienica, colla, nastro, ago e filo. È tutto ciò che può essere utilizzato per confezionare l’abito. C‘è chi ha utilizzato 9 e chi addirittura 70 rotoli di soffice carta per il bagno. Un budget che praticamente chiunque può permettersi. E per i più attenti all’ecologia, l’abito può essere riciclato, usandolo per la sua funzione originale.

Il vincitore di quest’anno, denominato Lussuria invernale è stato realizzato da una ragazza che abita a Brooklyn ed è stato ispirato dalla prima esperienza della stessa con una tempesta di neve a New York.

“Mi sono trasferita da poco a New York – dice Van Tran, di chiare origini orientali – e la tempesta di neve che ho visto poco tempo fa mi ha stimolata. Mi sono detta ‘cosa succede se ti sposi di inverno? Cosa vorresti indossare?’ Quindi l’ho creato pensando a una regina della neve”.

Van Tran si è aggiudicata un premio di 10.000 dollari. E un viaggio in qualsiasi città degli Stati Uniti dove ci sia un Ripley’s Believe it or Not, franchise americano delle iniziative bizzare, che ospitava l’evento.

Seconda piazza per Judit Henry, dello Utah. Premio per lei di 5.000 dollari.

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