Iraq, l'allarme di MSF: "Situazione catastrofica anche senza Isil"

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L’Iraq sta vivendo una delle peggiore crisi umanitarie degli ultimi decenni e a pagare il prezzo più alto è la popolazione civile.

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L’Iraq sta vivendo una delle peggiore crisi umanitarie degli ultimi decenni e a pagare il prezzo più alto è la popolazione civile. A lanciare il grido di allarme ai microfoni di euronews è “Medici senza frontiere”. Gli intensi combattimenti hanno portato oltre tre milioni di iracheni a fuggire. Un numero crescente di persone non ha accesso all’assistenza sanitaria di base: molte infrastrutture sono state danneggiate o distrutte.

“Le persone non credono che una volta che l’Isil sarà sconfitto le loro sofferenze saranno finite. La presenza di gruppi armati, l’attuale frammentazione politica del Paese e la difficoltà di raggiungere un’intesa potranno invece molto probabilmente provocare altri conflitti e nuovi sfollati”, dichiara alla nostra inviata Rita del Petre, il capo missione di MSF in Iraq, Fabio Forgione.

L’orrore della guerra è tutta nel racconto di quest’uomo e di sua figlia che incontriamo ad Abu Ghraib, 30 chilometri da Baghdad. Hameed, 64 anni, è stato costretto a fuggire da Ramadi, 120 chilometri a ovest della capitale, minacciata dai miliziani dello Stato Islamico.

“I raid aerei hanno distrutto la casa di mia figlia. Tutta la famiglia è morta. Solo mia figlia è sopravvissutta. Otto persone sono rimaste sepolte sotto le macerie”, racconta l’uomo. “Ho perso tutte le mie speranze, per me è tutto finito da quando mia figlia e mio marito sono morti”, dice commossa la figlia Afaq.

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