Byanyima di Oxfam "L'Ue accolga il 10% dei profughi siriani"

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Finanziando altri governi nel tentativo di veder diminuire i flussi l’Unione europea rischia soltanto di ingantire i problemi.

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Finanziando altri governi nel tentativo di veder diminuire i flussi l’Unione europea rischia soltanto di ingantire i problemi. Ad affermarlo è Winnie Byanyima Direttrice di Oxfam che a Euronews dichiara:“Agli Stati Ue chiediamo di accogliere il 10% dei profughi siriani oggi ospiti in Libano, Giordania e Turchia. Stiamo parlando di 460 mila persone in tutto”.

Euronews
L’Europa attraversa in questi mesi una forte crisi migratoria. I Paesi sono molto divisi sul tema. Quale sarebbe il modo giusto di affrontarla?

Winnie Byanyima
Oxfam International
Continuare a stanziare denaro per fermare gli arrivi non serve a nulla. Soprattutto per fermare chi fugge da guerre e conflitti. Significa semplicemente allungare i tempi e rendere la situazione più pericolosa, ma anche peggiorare la situazione per coloro che cercano di sfuggire dal pericolo. Crediamo che l’Europa possa fare molto di meglio, mettendosi dalla parte dei diritti umani. La tentazione di limitare gli aiuti alla cooperazione stringendo alleanze con regimi autoritari nel tentativo di controllare i flussi significa voltare le spalle ai diritti umani. Ed è un atteggiamento pericoloso per l’Europa, che sta perdendo la propria credibilità.

Euronews
L’Europa può fare meglio, ma cosa potrebbe fare in concreto?

Winnie Byanyima
Per prima cosa, l’86% dei rifugiati è oggi accolto da Paesi poveri o in via di sviluppo. Non da quelli ricchi, che non si stanno assumendo nessun carico. In Libano oggi un cittadino su quattro è siriano. Significa un quarto della popolazione. Ai Paesi ricchi stiamo chiedendo di assorbire il 10% dei rifugiati siriani oggi accolti da altri Paesi. Parliamo di 460 mila persone, nulla per dei Paesi sviluppati. E stiamo anche chiedendo che si stanzino nuovi aiuti per i Paesi che oggi ospitano la maggior parte dei profughi perché le loro economie sono molto, molto provate.

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