Brexit: "Io, immigrato polacco, ho scelto di vivere qui. Lavoro e pago le tasse"

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Di Euronews
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Come molti altri suoi connazionali, Pawel è arrivato in Gran Bretagna per avere una vita migliore, una volta che la Polonia è entrata nell’Unione europea nel…

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Come molti altri suoi connazionali, Pawel è arrivato in Gran Bretagna per avere una vita migliore, una volta che la Polonia è entrata nell’Unione europea nel 2004.

Ha aperto il suo primo negozio di cibi che propone delizie dell’Europa dell’Est nella contea di Oxfordshire, Inghilterra centrale.

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Pawel Blachut:
“Non ero obbligato a vivere qui, ho scelto di stare qui. Mi piace, mi piace far parte di questa comunità. Sono contento di essere in Gran Bretagna.
Pago le tasse, ne pago tante, ma fa parte del gioco. Sono educato in strada e cerco di socializzare con i britannici. Penso di contribuire positivamente alla vita di questo Paese”.

Marta dirige uno dei suoi supermercati , anche lei è polacca.
È arrivata in Gran Bretagna 4 anni fa, è una migrante ma sull’immigrazione ha le sue idee:

Marta Lewandowska: “Dovrebbe esserci più controllo, perché non sai chi stai facendo entrare. Noi lavoriamo, paghiamo le tasse e poi arrivano donne single con i figli e beneficiano di tutte le agevolazioni per cui noi paghiamo”. Muoversi attraverso i 28 stati membri è stata una conquista europea:

Damon Embling, euronews:

“Secondo i dati ufficiali, il flusso di nuovi migranti ha visto giungere nel Regno Unito oltre 330 mila persone. Quasi un record. La metà dei migranti provenivano da stati membri dell’Unione”.

Per chi milita per uscire dall’Unione, si tratta di numeri eccessivi e Londra dovrebbe avere il potere di controllare meglio i suoi confini.

I fautori di un’Europa ancora più integrata sostengono che gli immigrati fanno in parte la ricchezza del Paese:

Madeleine Sumption, Direttrice del Migration Observatory, Università di Oxford:

“Uno scenario possibile potrebbe essere questo: l’uscita di Londra dall’Unione che potrebbe però integrare l’area economica europea. A questo punto ci potrebbero essere cambiamenti minimi anche per quanto riguarda la politica sull’immigrazione”.
Si potrebbe comunque arrivare a una nuova politica dell’immigrazione che renderà più difficile per un migrante arrivare qui.
Soprattutto per coloro che fanno lavori mal pagati. Il sistema britannico, come molti altri, si è focalizzato sui migranti che abbiano competenze lavorative specifiche”.

Nella città universitaria di Oxford, e in quanto tale abituata alla differenza e a una certa promiscuità intellettuale, l’immigrazione resta un tema che divide:

“Sono più numerosi di noi. Molti sono disoccupati e sono costretti a chiedere l’elemosina”.

“È un tema di discussione, ma non credo che uscire dall’Unione possa risolvere il problema, Voto per restare nel’Unione”.

“Sostengo l’immigrazione, so che molti britannici amano poter andare all’estero liberamente. Dovremmo accogliere gli stranieri perché ci arricchiscono e aprono il nostro orizzonte”.

Pawel e Marta non hanno diritto di voto, non essendo cittadini britannici.

In caso di divorzio tra Regno Unito e Gran Bretagna, chiederanno la cittadinanza.

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