Strage Orlando: la solidarietà LGBT negli USA

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La comunità omosessuale, e non solo omosessuale, negli Stati Uniti risponde alla strage di Orlando con un grande abbraccio che si manifesta in molti modi: dall’inno nazionale cantato davanti alla Casa

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La comunità omosessuale, e non solo omosessuale, negli Stati Uniti risponde alla strage di Orlando con un grande abbraccio che si manifesta in molti modi: dall’inno nazionale cantato davanti alla Casa Bianca, alle molte veglie, come quella di Chicago alla quale hanno partecipato in segno di solidarietà anche la madri di alcune vittime di sparatorie, e c’era anche il sovrintendente di polizia.
I messaggi erano tutti di solidarietà, anche per una comunità, quella musulmana, che ogni volta rischia di essere bersaglio di ritorsioni. C‘è anche chi ne ha tratto un discorso prettamente politico:

“Viviamo in un Paese in un cui uno dei principali candidati alla Presidenza punta sull’odio anti-musulmano, punta sull’odio contro gli immigrati per raggiungere la Casa Bianca. E quindi noi, come comunità LGBT che milita per la giustizia per tutti, dobbiamo chiedere giustizia per i musulmani, per i sud asiatici, per tutti quelli che sono bersaglio dell’odio, e non solo per noi”, ha detto uno dei partecipanti.

Il Gay Pride di Santa Monica, Los Angeles, si è svolto come previsto, nonostante l’arresto poche ore prima dell’inizio di un uomo pesantemente armato e nonostante la strage di Orlando. Forse proprio questo lo ha reso ancora più necessario, secondo una partecipante:

“Penso che sia molto importante il fatto che siamo usciti e l’abbiamo fatto, per non lasciare che questi terroristi ed altra gente ci impediscano di uscire e celebrare quello che abbiamo bisogno di celebrare oggi, cioè le nostre libertà”.

Il dispositivo di sicurezza è stato notevolmente rafforzato: su tutte le vie d’accesso alla manifestazione sono stati installati punti di controllo con procedure simili a quelle degli aeroporti, mentre sul ventenne arrestato che ha detto di voler attaccare il corteo per ora la polizia non dice di più.

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