Orlando; la testimonianza di un superstite

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Le ferite fisiche non sono le sole per i sopravvissuti alla strage in Florida.

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Le ferite fisiche non sono le sole per i sopravvissuti alla strage in Florida. Molti sono sotto shock.

La città di Orlando resterà d’ora in poi associata alla più grave sparatoria degli Stati Uniti. E Orlando è anche il nome di un superstite, la cui testimonianza durante una veglia di preghiera rivela tutta la drammaticità della scena in cui si è ritrovato immerso.

“È difficile per me parlarne, sono ancora scosso – sottolinea -. Ho dovuto affrontare la situazione la notte scorsa nel bagno per tre ore, praticamente insieme a questo ragazzo. Ogni volta che sentivo uno sparo speravo che non si stesse portando via uno dei miei amici.”

“Conosco tutti e volevo che passassero una bella serata – continua -. È un posto per far festa, mercolarsi con gli altri, raccontare storie, condividerle, rispettarsi a vicenda, divertirsi. Ma qualcuno è arrivato a disturbare tutto questo e io ero molto sorpreso.”

“Pensavo fosse uno scherzo – ricorda – o che fossero fuochi d’artificio. La gente pensava che i colpi facessero parte della musica. Ma la faccenda si è fatta seria. Ho dovuto fingermi morto per sopravvivere. La mia amica era con me nello stanzino, ha seguito il mio esempio e sono stato in grado di guidarla nel recitare la parte, quindi lo sparatore non ha fatto irruzione lì dentro.

“La mia sincera solidarietà – conclude Orlando – va a tutte le famiglie che hanno perso i loro cari, che erano anche miei amici. Questo non ci fermerà, continueremo a goderci la vita, ad amarci l’un l’altro, a rispettarci, a dispetto di qualsiasi forma di odio che ci sia in questo mondo.”

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