Tel Aviv è blindata dopo l’attacco di ieri sera nel frequentatissimo mercato di Sarona, vicino al quartier generale dell’Esercito.
Tel Aviv è blindata dopo l’attacco di ieri sera nel frequentatissimo mercato di Sarona, vicino al quartier generale dell’Esercito. 4 morti e 16 feriti, di cui due in condizioni gravi, è il bilancio della sparatoria, classificata dalle autorità come attacco terroristico.
Gli attentatori sono due cugini palestinesi di circa 20 anni provenienti dal villaggio di Atta, vicino ad Hebron (in Cisgiordania).
A Tel Aviv intanto si torna a vivere, nonostante la paura. La vita non si ferma.
Lo spiega una ragazza seduta al tavolo di un bar: “Grazie a Dio siamo vivi, andiamo avanti, ci svegliamo al mattino, andiamo al lavoro. Nessuno ci può fermare. Ovviamente ho avuto paura, ma si va avanti”.
Secondo le ricostruzioni, i due attentatori si sono seduti ai tavolini di un ristorante di questo grande centro commerciale e hanno aperto il fuoco sui passanti.Uno dei due è stato ferito da un poliziotto e anche l’altro è stato bloccato e catturato.
Intanto, sempre ad Atta, è stata individuata la casa di uno dei due attentatori che potrebbe essere presto demolita secondo le norme approvate dal governo israeliano nei mesi scorsi contro le violenze durante la cosiddetta ‘Intifada dei Coltelli’.
Il padre di uno dei due ragazzi non crede ancora a quello che è accaduto: “Le notizie che abbiamo ricevuto sono state difficili da digerire, perchè mio figlio non è mai stato affiliato a nessun partito politico o organizzazione, anche se ha due zii in prigione e un altro condannato a morte. Ma non ce lo aspettavamo. Mio figlio è giovane ed ha vissuto in Giordania negli ultimi 4 anni
E’ tornato qui 5 mesi fa e non ha nessun legame politico”.
L’esercito intanto ha chiuso il luogo e sono permessi gli ingressi e le uscite solo per ragioni umanitarie.