Per l'Ucraina il cittadino francese arrestato con un arsenale di armi fa parte di un gruppo terroristico. Euronews ha intervistato in esclusiva il capo dell'intelligence di Kiev.
Il caso di Grégoire Moutaux divide Kiev e Parigi. Il cittadino francese arrestato il 21 maggio con un arsenale di armi ed esplosivi al confine tra Ucraina e Polonia è legato a un gruppo terroristico. Ne è convinta l’intelligence di Kiev secondo cui il 25enne aveva in programma quindici attacchi in Francia. Per gli inquirenti francesi, invece, l’uomo non sarebbe un terrorista ma un trafficante di armi con simpatie per l’estrema destra.
“Ha espresso la sua volontà di commettere atti terroristici sul territorio francese, ha dimostrato la sua insoddisfazione per un una serie di cose. Ha detto che l’organizzazione esiste e che lui ne è membro. Non sembrava una persona che vuole solo comprare armi e venderle in Francia”, ha spiegato Vasyl Hrytsak, il capo dell’intelligence ucraina, in un’intervista esclusiva a Sergio Cantone, corrispondente di euronews a Kiev.
Secondo i servizi ucraini, il giovane ha manifestato la sua opposizione “alla politica sull’afflusso di stranieri in Francia” e durante gli Europei di calcio voleva colpire luoghi di culto ebraici, musulmani ed edifici governativi.
La Francia ha da subito smorzato i toni e aperto solo un procedimento per traffico di armi a Nancy, regione in cui è domiciliato il sospetto. Se si indagasse per terrorismo le indagini spetterebbero alla procura di Parigi.
La controversa vicenda rischia di trasformarsi in un caso diplomatico con la Francia che dice di aver chiesto a Kiev di cooperare sul caso senza ricevere, per ora, una risposta.